Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Uno con i piedi per terra

In questi giorni mi capita spesso di chiudere gli occhi e di rivedere col cuore la Terra Santa. Penso al Natale di Gesù. Stranamente la prima immagine non è la Grotta di Betlemme e la stella d’argento con l’iscrizione “Qui dalla Vergine Maria è nato Gesù Cristo”. Non è nemmeno la magnifica facciata della Basilica crociata di Betlemme, né il panorama delle grotte dei pastori.

Penso al Natale e mi viene in mente un luogo che è poco natalizio. A Gerusalemme, in cima al monte degli Ulivi, c’è la cappella dell’Ascensione. Dentro la piccola chiesa c’è un piccolo recinto nel quale è custodita una pietra, isolata dal pavimento. Si tratta della reliquia nella quale la tradizione riconosce l’impronta del piede sinistro di Gesù: è il punto della terra dal quale il Signore è salito al cielo. L’orma di Gesù mi ha fatto pensare  che Lui è stato … uno con i piedi per terra.

Si, in Gesù Cristo, Dio è uno con i piedi per terra.

Dire a qualcuno che ha i piedi per terra significa fargli un bel complimento perché vuol dire che è uno che ha una profonda aderenza alla realtà, che non vive sulle nuvole, che è concreto.

Tra la Grotta di Betlemme e la chiesa dell’Ascensione Gesù ha mostrato in mille modi di essere con i piedi per terra: il suo infinto camminare per le strade della Palestina, la sua concretezza nel parlare delle cose umane, le sue parole semplici e chiare, il suo costante avvicinarsi alle persone, le sue carezze ai bambini e ai malati.

Dio non avrebbe potuto manifestare meglio la sua vicinanza agli uomini se non facendosi uomo. Se fosse rimasto nelle nuvole come avremmo potuto conoscerlo?

La pietra dell’Ascensione rappresenta tutta l’umanità del Signore.

Per me stesso prima di tutto e poi per tutti gli uomini cristiani e per tutti gli uomini di buona volontà un buon augurio natalizio potrebbe essere proprio questo: essere gente con i piedi per terra, essere concreti, uomini e donne che danno più credito alle azioni piuttosto che alle intenzioni, alle opere piuttosto che ai sentimenti, ai fatti piuttosto che alle parole.

Avere i piedi per terra significa anche essere realisti, riconoscere le nostre effettive possibilità e anche i nostri limiti eppure continuare ad avere fiducia in noi stessi.

Il metro che misura la qualità della mia fede è la ricaduta che la preghiera ha sulla mia vita, sulla concreta realtà quotidiana, se mi aiuta a diventare un figlio migliore, un genitore migliore, un lavoratore migliore, uno studente migliore, un amico migliore…

Buon Natale… con i piedi per terra, anche noi.

Don Roberto



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