LE PROVE DEL DESERTO
Meditazione per la prima domenica di quaresima
Domenica 1 Marzo 2020
Non è una cosa normale, per un prete, preparare la predica sapendo che non sarà condivisa nella celebrazione della Messa. D’altronde in questi giorni, nei quali è tutto un po’ strano, capita anche questo.
Meditando il brano di vangelo della Prima domenica di Quaresima, il brano delle tentazioni di Gesù nel deserto, il mio primo pensiero è andato al luogo fisico del deserto della Giudea, nel quale recentemente ho potuto fare sosta: con il pellegrinaggio parrocchiale in Giordania e a Gerusalemme di un paio di anni fa e con un gruppo di giovani all’inizio del mese scorso.
Il deserto è un tema molto caro nella Bibbia, per diversi motivi: è il luogo nel quale il popolo di Israele ha lasciato alle spalle la schiavitù dell’Egitto ed ha imparato a capire e a gustare che cosa sia la libertà. È il luogo della prova e della povertà perché mancano le comodità e sei costretto a domandarti che cosa sia veramente necessario per te. È il luogo del fidanzamento e dell’amore, come afferma il profeta Osea: “ti condurrò nel deserto” là dove, nell’intimità e nel silenzio, Dio e l’uomo si promettono e ripromettono amore reciproco ed eterno.
È il luogo della solitudine ed anche dell’aridità.
I giorni attuali, che ci costringono a causa del virus a stare isolati, sono il nostro deserto.
Ed io confesso di aver sperimentato tutti i sentimenti del popolo nel deserto: la prova, la solitudine, l’aridità e la consolazione. Quando ci mancano le cose di tutti i giorni comunque si evidenzia ciò che ci è più necessario, cosa ci manca davvero.
Anche Gesù è condotto dallo Spirito Santo nel deserto prima di iniziare il suo ministero pubblico. E qui viene tentato.
È tentato di fare un “facile miracolo” sul pane.
È tentato di strumentalizzare le relazioni con gli altri.
È tentato di strumentalizzare la relazione con Padre.
Nel deserto Gesù, rispondendo a Satana e respingendolo, compie la decisione che lo porterà fino alle pendici del Calvario: la decisione di essere libero e di fare della propria vita un dono. I due avverbi della vita di Gesù, se ci pensiamo, sono proprio questi: liberamente e per amore.
In pensieri, parole e opere Gesù testimonia che non si ama se non nella libertà e che non si è liberi se non amando.
Il tema del deserto è stato molto caro, in questi lunghi secoli del cristianesimo, grazie a numerosi santi che lo hanno incarnato nella propria vita di umanità e di fede. Anche i grandi santi hanno dovuto lottare contro dubbi e tentazioni sulla fede.
Tra le tante testimonianze ne scelgo una, quella di Santa Teresa di Gesù Bambino che sperimentò questa prova terribile del deserto e che lei chiamava «la notte oscura della fede».
Nei suoi scritti troviamo un’affermazione sgorgata nel suo deserto spirituale: «Quando canto la felicità del cielo e il possesso eterno di Dio ‑ diceva ‑ non canto ciò che sento, ma ciò che voglio credere». Voler credere è già credere. Spesso è l’unica forma di fede che dipende da noi.
Buon deserto e buona quaresima a ciascuno di noi, perché possiamo vivere le nostre giornate da discepoli di Gesù, liberamente e per amore.
Don Roberto
Pubblicato il 3 Marzo 2020
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Comunità in rete, Primo piano, Storie di fede e Riflessioni