Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia 3: G come GENUFLESSIONE

La genuflessione è un gesto semplice, di umiltà e di sincera adorazione che i fedeli compiono quando entrano in chiesa, davanti all’Eucarestia e quando escono dalla chiesa. Il gesto consiste nel piegare il ginocchio destro fino a terra e nel piegare il capo con un inchino che indica l’adorazione. “Ogni genuflessione che fate, disse Papa Giovanni Paolo II in un’omelia, davanti al Santissimo Sacramento è importante perché è un atto di fede in Cristo, un atto di amore per Cristo”.

Osservando come i fedeli entrano in chiesa se ne vedono di tutti i colori. C’è chi la genuflessione non la fa proprio. C’è chi abbozza un gesto di abbassamento ma più che ad una genuflessione sembra ad un inciampo. C’è chi va direttamente ad accendere la candela ma a Gesù Eucarestia non rivolge nemmeno uno sguardo.

La genuflessione è il gesto che indica il passaggio dal fuori al dentro la chiesa, dal mondo con tutte le nostre faccende al desiderio di raccogliersi e di pregare. Che differenza tra le nostre genuflessioni frettolose e scomposte e le genuflessioni dei monaci e delle monache che manifestano grande proprietà e profonda adorazione!

Come mai oggi un credente non si inginocchia più di fronte a Gesù presente realmente nell’Eucarestia? Perché non piega le ginocchia davanti al suo Signore?

Le ipotesi possono essere molte, ma credo si possano tutte ricongiungere con una questione di scarsità di fede e di riconoscimento della Presenza de Signore.

Gli atteggiamenti del nostro corpo raccontano ciò che per noi è importante. Per esempio quando si saluta qualcuno dandogli la mano ci si deve alzare in piedi se siamo seduti. Ci si toglie il cappello come segno di rispetto, si tolgono le mani dalle tasche, ci si guarda negli occhi… anche davanti al Signore il nostro corpo esprime, attraverso gesti concreti, il nostro rispetto e la nostra devozione, la consapevolezza di stare davanti all’Altissimo.

Qual è l’atteggiamento del nostro corpo più adeguato alla preghiera? Impariamolo da Gesù che, come ci racconta il vangelo di Luca, si staccò dai suoi discepoli circa un tiro di sasso e postosi in ginocchio, pregava.

C’è un espressione molto forte di Benedetto XVI che non può non colpirci: “Chi impara a credere impara a inginocchiarsi. Il non inginocchiarsi appare come l’essenza stessa del diabolico“.

Normalmente spieghiamo ai bambini che la genuflessione va fatta rivolgendosi al tabernacolo. Qualcuno chiede: ma cos’è il tabernacolo? E dov’è il tabernacolo? Ai bambini si perdonano queste inconsapevolezze. Ma se i bambini imparano dai grandi a stare in chiesa a volte bisogna preoccuparsi.

Tutti sanno che il tabernacolo è il luogo dove è custodita la presenza Eucaristica di Gesù. Ma non tutti mostrano di avere fede in questa presenza. Ma mi fanno male le ginocchia, dice qualcuno. Se si è impossibilitati a fare la genuflessione, stando in piedi, si può fare un profondo inchino. L’importante è che ci si renda conto di dove si è e davanti a Chi si è.

Don Roberto

 



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