Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia 2: I come INIZIARE

Iniziare per la parrocchia è il verbo che indica l’introduzione delle giovani generazioni alla vita della fede. Più precisamente il termine tecnico che si utilizza è iniziazione cristiana.

Una delle tappe fondamentali con cui la parrocchia inizia alla vita cristiana è la Prima comunione.

Sto leggendo in questi giorni un libro scritto da Thomas Frings, un prete tedesco intitolato “Così non posso più fare il parroco”. Mi ha colpito un suo passaggio nel quale provoca questa riflessione: “Per trent’anni ho accompagnato in varie parrocchie la preparazione alla prima comunione e, per oltre venticinque volte come primo responsabile, ho potuto sperimentare in prima persona un’evoluzione in questo campo. I modelli della preparazione e le catechesi sono cambiati, ma sostanzialmente tutto è rimasto identico. Possono passare il cielo e la terra, ma la prima comunione resta sempre la stessa. È rimasta la questione degli abiti da indossare, non influenzata da nessuna moda, sono rimaste le date dell’anno liturgico, è rimasto anche il terzo anno di scuola per fare la prima comunione. Nei corso di questi trent’anni, la costante più affidabile è stata la diminuzione della partecipazione all’eucaristia domenicale già nell’anno successivo alla preparazione della prima comunione”.

Ecco la tremenda verità: noi prepariamo ad un rito i bambini che normalmente non lo frequentano. Come afferma un altro sacerdote italiano: sarebbe come insegnare a mangiare leggendo dei libri di ricette. Iniziare i bambini alla vita cristiana ci appare come uno sforzo del tutto inutile. C’è una sproporzione abissale tra le forze investite e i risultati.

Sono passati quasi due mesi dalla prima comunione e sono pressoché sicuro che molti dei bambini non si è ancora accostato alla seconda comunione.

Per non parlare poi di ciò che accadrà ai cresimati.

Il periodo delle vacanze estive è la cartina di tornasole più veritiera: sembra che siano arrivati degli alieni che ci hanno portato via i ragazzi. Saranno ancora loro, gli alieni, a riportarceli a settembre – ottobre, quando ricomincia il catechismo? Speriamo! Vi sembra una cosa sensata? Vi sembra che sia il modo più sapiente per iniziare i nostri bambini alla vita cristiana?

Eppure così è da sempre e così è dappertutto.

Di fronte ad una realtà che indurrebbe alla frustrazione e allo scoraggiamento siamo chiamati a reagire e a ridare fiato alla speranza.

Come? Ripartendo dalla dimensione comunitaria della parrocchia, riaffermando la centralità della Domenica e dell’Eucarestia e riscoprendo il ruolo primario di responsabilità della famiglia.

Anche nel tempo estivo non dimentichiamoci che per fortuna il Signore non va mai in vacanza, ma ci aspetta sempre, a casa, ai mari e ai monti.

Don Roberto

 



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