Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Le parole della Pasqua: Incredibile ma vero

 

La risurrezione è talmente straordinaria da apparire incredibile.

Ho trovato un passo di sant’Agostino che mi ha molto colpito: Tre sono le cose incredibili e tuttavia avvenute: è incredibile che Cristo sia risuscitato nella sua carne, è incredibile che il mondo abbia creduto ad una cosa tanto incredibile, è incredibile che pochi uomini, sconosciuti, inermi, senza cultura, abbiano potuto far credere con tanto successo al mondo, e in esso anche ai dotti, una cosa tanto incredibile!”.

Eppure il fatto della risurrezione continua ad interpellare gli uomini di ogni tempo tanto che, anche i cristiani più tiepidi e superficiali, non possono fare a meno di misurarsi con questo annuncio.

La Pasqua è il punto di appoggio di tutto il cristianesimo, è l’asse portante della fede cristiana. San Paolo afferma che se Cristo non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana, vuota e inutile.

Ma cosa significa per noi oggi credere nella Pasqua? Cosa significa vivere la risurrezione?

Innanzitutto significa affermare e celebrare la vittoria di Cristo sulla morte, il suo trionfo sulle tenebre e l’inizio della pace che Cristo ha inaugurato con la Pasqua. Questo è il senso profondo e luminoso delle liturgie del tempo pasquale. Vivere la risurrezione inoltre significa rafforzare la nostra consapevolezza che l’amore è più forte di tutto, anche della morte. Ogni vita spezzata sulla croci di ogni epoca e in ogni angolo della terra non è distrutta perché l’uomo non nasce per morire ma muore per risorgere.

Cristo è il primo che vince perdendo e con Lui ogni morte viene inghiottita nella vittoria della risurrezione.

La virtù della pasqua è dunque la speranza: incredibile ma vero. Posso sperare perché so che l’amore è più forte di tutto. Vivere da risorti è sperimentare l’energia dell’amore che ogni volta è nuova e rigenera.

Il modo con cui i cristiani testimoniano l’incredibilità della Pasqua è la costruzione paziente e fiduciosa della pace.

In quaresima ho chiesto ad una ragazza che si dichiara atea di scrivermi due righe su come lei avrebbe vissuto la pasqua. Tra le altre cose scrive: Questo è ciò che festeggio io a Pasqua: la pace. Sono ancora troppo giovane per discorsi tipo la pace nel mondo, stop alle guerre, ma la pace in famiglia, a scuola, in oratorio, basta violenza sulle donne, sui migranti, sugli animali o semplicemente sul diverso, questo ritengo sia fondamentale. L’amore è più forte e la morte non può essere l’ultima parola. L’amore può vincere: questa idea può interessare tutti, anche chi non crede.

Pace a voi, annuncia il Risorto. Vivere da risorti è lasciar trasparire dai nostri gesti e dalle nostre parole la pace che viene dall’alto.

Don Roberto

 



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