BAMBINO
Ho fatto un gioco una volta, mi sono nascosto sul gradone più alto degli spalti, e guardavo gli altri bambini correre di sotto. Per ognuno cercavo di indovinarne il nome: Marco, Giulia, Luchino, Matteo, Marti. Speravo tanto si girassero! Se avessi saputo il loro nome avrei potuto chiedergli di giocare insieme. Ed ecco all’improvviso schiocca come un bacio lieve il mio nome: è un saluto
ridacchiato, un pizzicotto fin troppo affettuoso, un invito a tirare la palla, a dire la mia davanti a tutti, anche tra i grandi. E se quel: “Eccola l’Ottavia!” dischiude anche solo un sorriso, questa è un po’ anche la mia casa.
ADOLESCENTE
Da adolescente corro sempre da una parte all’altra: scuola, calcio, giri a zonzo per il paese e naturalmente non può mancare l’oratorio. Il tempo per conoscermi è sempre poco, il futuro è troppo incerto per capirci qualcosa. Eppure, l’incontro ado della domenica sera è un appuntamento fisso. Mi liberava la mente ma al tempo stesso me la riempie di pensieri. Sto crescendo e il desiderio di uscire, essere grande, a volte mi fa avere un rapporto altalenante con l’oratorio, un po’ mi ci trovato mentre altre volte sento la necessità di allontanarmi. Qualcuno però continua a prendersi cura di me, mi dà fiducia e crede in talenti che nemmeno so di avere.
GIOVANE
Alcuni anni fa ho scoperto di essere brava a relazionarmi con gli adolescenti. È una responsabilità enorme, forse più grande di me, eppure ho la possibilità di sbagliare senza sentirmi giudicata e l’aiuto non manca. Una sorta di passaggio di testimone insomma. Carlotta, invece, tiene aperto il bar in settimana, Daniele accompagna un gruppo di ragazzi nel percorso di catechesi. Ciascuno, se lo desidera, ha la possibilità di offrire agli altri nella misura più affine a lui.
ADOLESCENTE
La porta dell’oratorio è sempre aperta per me, per noi “pellegrini di vita”, un posto dove trovare un sorriso amico, una casa che accoglie, dove intelligenza, riflessione, convivialità e divertimento hanno trovato il loro equilibrio grazie a una guida solida, che crede nelle potenzialità di giovani e adolescenti.
GIOVANE
E ho capito che dare e ricevere non sono due facce della stessa medaglia ma un connubio sinfonico fondamentale per la propria vita. L’oratorio è un campo di prova: c’è un tempo per ricevere e un tempo per dare, momenti in cui ci si mette alla prova e altri in cui si è faro.
ADULTO
Nel caos di ogni giornata, sballottato fra il lavoro e la famiglia, mettermi al servizio degli altri mi aiuta a ritrovare me stesso: che sia in cucina, come catechista o nel coretto, condividere le mie capacità ma anche scoprire che si può continuare ad imparare, mi fa capire che si cresce insieme anche “da grandi”. Mi metto in gioco per fare quello di cui c’è bisogno e per dare senso al mio tempo. Qui trovo il piacere del dialogo, stimoli di riflessione nella mia coppia, esempi e valori da vivere in famiglia. Nelle occasioni di incontro ho potuto conoscere esperienze simili alle mie, ritrovarmi come individuo parte di una comunità e scoprire che solo dalla collaborazione nascono cose belle.
VOLONTARIO ADULTO
Per chi di anni ne ha vissuti tanti, a Dalmine c’è un luogo, a pochi passi dal centro, dove questa cura è ancora più grande, e raggiunge chi davvero non può più vivere da solo, e nonostante questo rimane una presenza preziosa per tutti. A loro non manca mai una visita, una parola di incoraggiamento, una preghiera. A proposito di tempo: un’idea nata da poco è la Banca del tempo.
Qualche volontario trova, in mezzo a giornate fin troppo piene di impegni, quel poco che basta per arricchire il tempo vuoto di chi è solo, nelle proprie case, e cerca soprattutto qualcuno con cui trascorrerlo. È un tempo buono, di condivisione e di fiducia che apre.
ANZIANO
Ho passato tanto tempo, nella mia lunga vita. Tempo di lavoro, tempo di relazioni, di progetti, di fatiche e di gioie. Oggi posso ancora mettere a disposizione il mio tempo nella mia comunità, in chiesa, nell’oratorio, in diverse attività di servizio, perché li, di posto ce n’è anche per me. Uno spazio, un tempo e degli incontri in cui portare la mia esperienza, quello che ho imparato, e aiutare gli altri a fare il proprio cammino. Ma anche un’occasione dove accogliere l’affetto di chi è più giovane, lasciando che siano gli altri a prendersi cura di me. Non passo inosservato, le altre persone sono interessate a come va la mia salute, di come stanno i miei cari, di come vedo i fatti del mondo.
FINE
Grazie don perché siete stati parte di tutto questo, seminando ma anche custodendo ciò che già c’era, riportandoci sulla strada giusta quando è stato necessario, dando fiducia senza paura di osare,
riflettendo insieme ma anche divertendoci tanto. Tutte le parole che abbiamo detto, i ricordi e i racconti, testimoniano ciò che sono stati questi anni vissuti con voi: COMUNIONE! L’augurio per voi è che anche la prossima avventura sia ricca di sport, bellezza, oratorio, fede e relazioni.
Buon cammino!
La comunità di San Giuseppe.
Pubblicato il 3 Ottobre 2025
in
I grandi eventi, Primo piano, Storie di fede e Riflessioni
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