Mi trovavo a Fatima qualche settimana fa.
Prima di addormentarmi pensai: se questa notte mi sveglio mi alzerò e andrò nella cappella delle apparizioni e pregherò il rosario.
Ogni promessa è un debito. Soprattutto con il Signore.
Alle 2 di notte, mentre, con gli occhi stretti, camminavo verso la cappella mi cade l’occhio su una panchina sulla quale è steso un uomo, avvolto in una coperta che dorme. Chissà che freddo starà patendo, penso. Poi arrivo davanti alla Madonna e prego il rosario. Ad ogni ave Maria penso al volto di qualcuno e prego per chi ha più bisogno di pace e di serenità.
Verso le due arrivano alcuni guardiani notturni. Rientro in albergo e in lontananza getto l’occhio alla panchina. È ancora là e non si è mosso per niente.
Ritorno a dormire e un quarto d’ora prima delle 8 ritorno alla cappella per la Messa. Rivedo la panchina e finalmente capisco il motivo per cui l’uomo che dormiva non si è spostato di una virgola. Mi avvicino e noto con sorpresa che è una statua in bronzo. Guardo bene e scopro che l’uomo, completamente avvolto in una coperta è irriconoscibile. Ma mi sbaglio. C’è un particolare che lo rende esplicitamente riconoscibile. Osservo i piedi e vedo le stigmate. Mi si apre un mondo: quell’uomo, nel recinto sacro della spianata del Santuario è Gesù. Il messaggio è inequivocabile: il Signore si identifica con i poveri.
D’altronde Gesù l’aveva detto: i poveri li avrete sempre con voi. Ma aveva anche detto: io sarò con voi tutti i giorni, per sempre, fino alla consumazione dei tempi. Queste due prospettive convergono verso la stessa realtà:
Gesù è con noi per sempre negli ultimi, nei poveri. La statua è stata descritta come una “traduzione visiva” del passaggio del Vangelo di Matteo in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Cerco l’autore, è un canadese che si chiama Timothy Schmalz. La scultura originale è stata installata nel 2013 presso il Regis College, un collegio teologico federato con l’Università di Toronto. Altre copie della statua sono state installate in diverse altre località. A partire dal 2017, sono state create e collocate in tutto il mondo oltre 50 copie.
A Fatima l’opera è stata istallata e inaugurata il 19 novembre del 2023. In quella occasione il rettore generale di Fatima, don Carlos ha affermato: Spero che questa scultura possa aumentare la consapevolezza di un’esperienza più profonda del Vangelo di Gesù, che si identifica sempre con i più fragili e coloro che soffrono”. Schmalz ha visitato Papa Francesco nella Città del Vaticano nel novembre 2013 per presentare una versione in miniatura della sua statua. Ha ricordato la reazione del Papa: “Si è avvicinato alla scultura, ed è stato emozionante perché ha toccato il ginocchio della scultura di Gesù Senza Tetto, ha chiuso gli occhi e ha pregato.
Mi pare una provocazione efficace tanto che appena istallata un uomo, senza sapere nulla, andò dalla polizia a denunciare che sulla panchina c’era un senza tetto che dormiva. La polizia ha teneramente sorriso.
L’opera si intitola “Homeless Jesus” Gesù senza tetto.
Mi hanno molto colpito le stigmate dei piedi. Quel Gesù che si identifica con i senza tetto è il Cristo morto e risorto, il Cristo vittorioso, il vero smacco al nostro perbenismo. Questa è soprattutto la conversione di cui abbiamo bisogno: la conversione del nostro sguardo per vedere in modo nuovo i poveri fino a contemplare in essi la vittoria di Cristo risorto.
Don Roberto
Pubblicato il 22 Agosto 2025
in
Storie di fede e Riflessioni
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