Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Sulla vecchiaia

Ho visto con interesse e piacere l’intervista a Francesco Guccini in occasione dei suoi 85 anni. Più o meno condivisibili i suoi commenti su temi generali che hanno accompagnato la sua carriera di cantautore. Verso la fine dell’intervista fa una battuta sulla vecchiaia dicendo che se potesse prenderebbe a schiaffi Seneca quando, nelle “Lettere a Lucilio”, tesse l’elogio della vecchiaia affermando che essa è una stagione piena di vantaggi.

Nelle Lettere Seneca invita a considerare l’età avanzata non come un periodo di declino, ma come una fase della vita ricca di opportunità e di saggezza.

Seneca utilizza spesso metafore tratte dalla vita agricola per dire che come i frutti di fine stagione sono i più buoni e che come il vino migliora con il tempo, così la vita offre il meglio di sé alla fine, grazie all’esperienza accumulata negli anni. Seneca esorta anche a guardare con fiducia alla morte, sempre più vicina, perché tutti comunque saremo chiamati a lasciare la scena di questo mondo. Forse questo è uno dei pensieri più profondi di Seneca, che è vissuto quattro secoli prima di Cristo: la presenza costante della morte nella nostra vita, una preziosa compagna di viaggio che ci aiuta a vivere con sempre maggio consapevolezza e gratitudine.

Scrive Seneca: Caro Lucilio la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza, perché tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Ricorda che niente ci appartiene, solo il tempo è nostro, perciò non sprecarlo in attività futili o insignificanti. La maggior parte delle persone vive come se avessero un’infinità di tempo a disposizione, ma in realtà, trascorrono la loro esistenza inseguendo desideri effimeri o rimandando continuamente a domani ciò che potremmo fare ora.

Infine Seneca esorta, per dare valore al proprio tempo, a dedicarsi ad esercizi di meditazione personale e alla coltivazione delle virtù.

Mi impressiona leggere le parole di Seneca e scorgere come siano molto vicine alla spiritualità cristiana. Non so a cosa si riferisse Guccini e per quali aspetti del pensiero di Seneca lo avrebbe preso a schiaffi.

Certo che non è piacevole invecchiare, considerare che le nostre facoltà fisiche o mentali decadono e prendere atto delle nostre precarietà.

Anche Cicerone, un secolo prima di Cristo, coglieva quattro motivi per cui la vecchiaia è triste. Primo la vecchiaia allontana dall’attività. Secondo la vecchiaia indebolisce il corpo. Terzo l’anzianità nega quasi tutti i piaceri della vita. Quarto la vecchiaia avvicina la morte.

Mi hanno regalato un libro del Vescovo emerito di Terni, Vincenzo Paglia. Non l’ho ancora letto ma il titolo è veramente bello: L’età da inventare. La vecchiaia tra memoria ed eternità.

L’approccio fiducioso nel vivere la stagione dell’anzianità è un compito che riusciamo ad assolvere solo se non temiamo di morire.

Don Roberto



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