Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Pubblicato il
5 Marzo 2025
in Primo piano, Proposte per gli adolescenti

Convivenze adolescenti, una settimana di vita comunitaria.

La convivenza è un’esperienza di vita comunitaria che coinvolge principalmente adolescenti e giovani. Si svolge solitamente in ambienti parrocchiali, come gli oratori, ed è caratterizzata da un’attenzione particolare alla formazione spirituale, ma anche umana e sociale di chi partecipa.
Durante la convivenza, i ragazzi vivono insieme per un periodo di tempo, che può variare da pochi giorni a una settimana, con l’obiettivo di crescere insieme, rafforzare i legami di amicizia e solidarietà, e approfondire temi legati alla fede e alla vita personale di ognuno. Le attività includono momenti di preghiera, riflessione, giochi, laboratori creativi e soprattutto attività di gruppo. È un’opportunità per creare un ambiente di accoglienza e di condivisione, dove ciascuno può sentirsi parte di una comunità, imparando a rispettare l’altro, a lavorare insieme e a mettersi in gioco in modo positivo.

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Pubblicato il
1 Marzo 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Capax Dei

In questi anni le abbiamo provate tutte, ha affermato in nostro vescovo in una recente assemblea diocesana con i catechisti. Le abbiamo provate tutte ma i risultati sono sempre fallimentari. L’iniziazione cristiana pare non inizi proprio a nulla. Dopo la cresima i ragazzi spariscono, ci sono ancora all’oratorio ma in chiesa non ci vanno più.

La prospettiva futura pare essere senza grandi speranze.

In un incontro di formazione permanente per sacerdoti è stata dedicata una mattinata alla riflessione e al confronto sulla catechesi e sull’educazione cristiana dei bambini. Tanti e profondi i temi, molte le preoccupazioni ma anche gli spunti per cammini futuribili. Qualche parrocchia, anche della nostra gloriosa diocesi, non fa più catechismo ai ragazzi, o perché non sono più reperibili i catechisti, o perché il parroco dice: è inutile, non serve più a nulla, diciamo ai genitori che la parrocchia non organizza più il catechismo e quando loro ritengono che i figli sono pronti per ricevere un Sacramento allora la parrocchia si impegna a proporre un cammino personalizzato.

Il rischio di cadere in una visione di depressione o di disorientamento è stato ovviato dal relatore con una ripresa del pensiero di fondo del direttorio della chiesa del 2020 intitolato “Rendere in Vangelo sempre attuale”.

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Pubblicato il
22 Febbraio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

In cosa speriamo?

Afferma Pierangelo Sequeri, teologo e poeta, autore dei testi di molti canti che quotidianamente utilizziamo nelle nostre liturgie: La speranza cristiana non è attesa “che Dio ce la mandi buona” o azzardo della fortuna di una “giocata alla lotteria”. La speranza cristiana non è probabilità dei calcoli dell’uomo, è la certezza di Dio, una certezza che in ultimo si fonda su un dato di cui la speranza cristiana è certa, sulla risurrezione dalla morte per una vita riconciliata: in cui nessun debito rimane insoluto e tutte le vittime sono puntualmente risarcite. (Tratto dal giornale Avvenire di domenica 5 Gennaio 2025).

Il tempo che passa inesorabilmente pone con insistenza e con tanta ansia molte domande: che ne sarà del mondo e di noi? Verso cosa stiamo andando? Che fine faremo e cosa resterà di tutto quello che abbiamo fatto e facciamo?

La virtù teologale della speranza, tema centrale del Giubileo che caratterizza questo anno santo, pare invece ribaltare queste domande e riporta i cristiani a domandarsi: ma davvero noi aspettiamo il ritorno del Signore Risorto?

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Pubblicato il
15 Febbraio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Impliquer

Mi pare interessante che nei racconti del Vangelo non esiste un passo nel quale Gesù “spieghi” il perché della sofferenza. E nemmeno esiste un passo nel quale Egli “spieghi” il tema della gioia. Eppure sofferenza e gioia sono il tutto della nostra vita. Mi pare altrettanto interessante un altro dato: che Gesù in prima persona soffre accanto a coloro e soffrono e che quando Lui passa tutti sperimentano la gioia.

I francesi direbbero che Gesù non spiega (expliquer) ma si lascia coinvolgere (impliquer).

Alcune considerazioni. Prima di tutto dobbiamo constatare il nauseante fastidio quando incontriamo qualcuno che a tutti i costi vuole spiegare (expliquer) sempre e tutto e d’altra parte la profonda consolazione per quando incontriamo qualcuno che si coinvolge (impliquer) con i nostri sentimenti, magari in silenzio. È un po’ quello che con una mirabile sintesi affermava san Paolo VI: il mondo oggi non fa bisogno di maestri, ma di testimoni.

Verrebbe da dire: non ha bisogno di maestri, figuriamoci di maestrine… che hanno sempre qualcosa da spiegare, più per palesare la propria superiorità che per il desiderio di coinvolgersi.

Noi, volendo, possiamo fare come Dio. Lui sì in realtà potrebbe spiegare ogni cosa. Ma non lo fa. Perché? Forse per lasciarci liberi di cercare un senso alle cose, forse per non vincolarci a risposte preconfezionate. Fatto sta che Lui non spiega ma si lascia coinvolgere.

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Pubblicato il
8 Febbraio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Il santuario di Ise

In un romanzo, “Il fiore dell’illusione” un giovane giapponese racconta al protagonista Francesco che nel suo paese esiste, nella città di Ise, un grande santuario shintoista consacrato alla dea Amaterasu Omikami che ha una particolarità veramente interessante che sa dell’incredibile: ogni vent’anni il santuario viene distrutto per essere ricostruito esattamente identico. Le spese per sostenere questa impresa sono evidentemente ogni volta esorbitanti.

Siccome non ci credevo, magari, pensavo, è una finzione letteraria dentro il romanzo, faccio una piccola ricerca in rete e scopro che il fatto è vero e scopro anche che l’attuale edificio del santuario è stato costruito nel 2013 e che la prossima demolizione e la successiva ricostruzione è perciò in programma nel 2033.

Il santuario attuale è la sessantaduesima ricostruzione.

Questa tradizione shintoista suscita molte suggestioni. La ricostruzione del tempio richiama il profondo significato spirituale della rinascita. Questo pensiero mi ha richiamato immediatamente che anche Gesù, osservando le pietre del tempio di Gerusalemme afferma: “Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò”. Si riferiva alla sua risurrezione e al suo corpo che è il vero tempio.

Quindi il messaggio che richiama la continua necessità di rinnovamento mi pare ampiamente veicolato da questa antica tradizione, come pure l’idea che tutte le cose sono transitorie, non durano in eterno.

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Pubblicato il
1 Febbraio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Sarà un giorno come tutti gli altri

Quando si giunge ad Amalfi, un po’ nascosta, sotto un portichetto di passaggio pedonale, c’è una targa che attira l’attenzione del turista.

La targa riporta una citazione di Renato Fucini un simpatico poeta del secolo scorso, noto anche come Neri Tanfucio, anagramma del suo nome.  La targa dice: dice: “Nel giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”.

Siamo nel bellissimo contesto della costiera amalfitana, uno dei luoghi maggiormente visitati del nostro Bel Paese.

Amalfi è il principale centro della costiera, un comune di appena 4 mila abitanti ma dal passato glorioso per essere stata repubblica marinara nell’alto medioevo, oggi patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Il poeta Fucini visitò Amalfi nel 1877, dopo aver visitato Napoli dalla quale fuggì con una cattiva impressione per il disordine ed il “sudiciume”.

Giunto ad Amalfi la definì la definì immediatamente “un paradiso” e scrisse questo verso inciso nella targa.

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Pubblicato il
25 Gennaio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

La domenica della Parola

Sei anni fa papa Francesco ha istituito la “domenica della Parola” che ogni anno viene celebrata l’ultima domenica di gennaio, quest’anno, appunto, domenica 26.

L’obiettivo principale di questa giornata è di ricordare l’importanza delle Sacre Scritture nella vita dei cristiani.

Ogni anno il Papa al termine della solenne celebrazione nella basilica di San Pietro distribuisce ai partecipanti il Vangelo di Luca, è un desiderio preciso del Papa di diffondere, in maniera tangibile, la Parola di Dio.

Desidero condividere due riflessioni per questa giornata. La prima: quando si istituisce una Giornata lo si fa per promuovere l’attenzione ad un tema che piano piano sta perdendo interesse nella vita ordinaria. Quindi il Papa ha preso semplicemente atto che è sempre più considerevole la distanza tra la Parola e i cattolici. In realtà nella messa e nella liturgia delle ore c’è una sovrabbondante proposta della Parola. Ma coloro non partecipano alla Messa e non pregano le Lodi e i Vespri non ascoltano la Parola. Si auspica che lo facciano personalmente nel raccoglimento della propria coscienza. E questo non si può escluderlo a priori anche se molti sono gli indizi che lascerebbero intendere il contrario.

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Pubblicato il
18 Gennaio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Camminano senza stancarsi

Come va? Prova a fare questa domanda a chi incontri. Nella maggior parte dei casi ti sentirai rispondere: sono stanco, sono stanca.

La vita è pesante per tutti. C’è una stanchezza che come una coltre pesante avvolge la nostra esistenza. Una stanchezza che pare sfiancare anche i più giovani.

Sentite che bella questa breve poesia di Alda Merini.

Ho bisogno di alleggerire le spalle, 

perché è da troppo tempo 

che sono cariche di pesi che non ho voluto, non ho chiesto. 

E poi ci sono sotto le mie ali, ci sono io… 

che ho bisogno di volare.

La stanchezza è causata dai pesi che dobbiamo portare e che sovrastano le nostre ali. Come non pensare al gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach oppresso dalle vicende che lo costringono a rimanere sottomesso a tradizioni insopportabili, oppure alla famosa favola di Anthony De Mello dell’aquila che non vola perché si crede una gallina, oppure.

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Pubblicato il
11 Gennaio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

LGBTQ+

In uno dei nostri consueti incontri di formazione con i preti della fraternità ci siamo soffermarti nel confronto sul tema: l’atteggiamento della chiesa nei confronti del mondo LGBTQ+.

I sacerdoti della fraternità sono i sacerdoti delle 7 parrocchie di Dalmine, di Osio Sotto, Osio Sopra e di Levate. Un paio di volte al mese ci incontriamo invitando qualcuno che ci presenti una traccia di riflessione seguita da una conversazione tra noi.

Nell’ultimo incontro abbiamo invitato don Giorgio Antonioli, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale familiare.

Il tema è uno di quelli belli tosti. Si chiamano incontri di formazione permanente perché sono occasioni nelle quali la “forma” di ciascuno di noi sia sempre più modellata sul progetto evangelico con una fedeltà di fondo alla cultura storica in cui viviamo. Proprio per questo il tema è uno di quelli belli tosti, perché la cultura storica del nostro tempo è radicalmente cambiata e ci chiede di riformulare i criteri etici del nostro giudizio.

L’incontro è durato due ore e provo a riassumere in sintesi i passaggi che maggiormente mi hanno colpito.

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Pubblicato il
4 Gennaio 2025
in Storie di fede e Riflessioni

La colomba della pace

Nel piccolo paese di Vallauris, tra Cannes e Nizza, c’è la bellissima cappella della Guerra e della Pace dipinta da Picasso.

È un’opera di grande impatto emotivo. Dopo aver dipinto Guernica nel 1937 affronta lo stesso tema che lo trova particolarmente sensibile e dopo la seconda guerra mondiale dipinge quest’opera di grande respiro che avvolge lo spettatore perché realizzata su pannelli che ricoprono interamente le pareti e la volta. La pittura è semplice e potente nello stesso tempo.

Da una parte viene rappresentata la guerra con colori inquietanti e sagome piene di terrore. Dalla parte opposta la pace con colori e linee piene di gioia.

Mi colpiscono alcuni particolari. Se nella guerra vengono bruciati i libri perché i regimi totalitari temono lo sviluppo della cultura, nella pace, in clima di grande serenità c’è chi legge e chi scrive. La pace garantisce sempre la crescita delle persone attraverso l’istruzione e la cultura.

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Pubblicato il
28 Dicembre 2024
in Storie di fede e Riflessioni

La Compieta

Quando termina un anno e ne comincia uno nuovo si realizza in grande ciò che avviene in miniatura al termine di ogni giorno nell’attesa di un’alba nuova.

La Liturgia delle Ore, cioè la preghiera del breviario dei preti che fortunatamente sta sempre più diventando anche la preghiera dei laici, si conclude con la preghiera prima di coricarsi, la preghiera di Compieta. Come dice la parola stessa è il momento in cui si da compimento alla giornata vissuta prima di andare a dormire.

Ogni sera la preghiera della Compieta inizia con l’esame di coscienza nel quale sostanzialmente si rivede alla “moviola” la giornata con il filtro della gratitudine e si promette un impegno maggiore per il giorno successivo.

Io prego abitualmente la Compieta da solo, nella mia stanza. Nei monasteri, penso sia la preghiera più suggestiva, si prega al buio, con la sola flebile luce di una candela.

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