Stiamo vivendo giorni particolari di memoria del passato, giorni per ricordare coloro che hanno camminato prima di noi, che ci hanno anche accompagnato, ci hanno dato la vita. Ricordare, fare memoria. La memoria è ciò che fa forte una persona, una famiglia, un popolo, perché ci sentiamo radicati in un cammino, radicati in una storia, radicati in un popolo. La memoria ci fa capire che non siamo soli, siamo un popolo: un popolo che ha storia, che ha passato, che ha vita. Memoria di tanti che hanno condiviso con noi un cammino, e sono stati sepolti nelle tombe.
Non è facile fare memoria. Noi, tante volte, facciamo fatica a tornare indietro col pensiero a quello che è successo nella mia vita, nella mia famiglia, nel mio popolo… Ma per vivere occorre fare memoria, la quale ci porta alle radici, alle mie, alle radici del mio popolo.
Questi sono anche giorni di speranza: ci attendono un cielo nuovo, una terra nuova e la santa città di Gerusalemme, nuova. Ci aspetta la bellezza… Ci aspettano coloro che anche solo per un istante hanno guardato a Cristo con fiducia lasciandosi attirare da Lui.
Memoria e speranza, speranza di incontrarci, speranza di arrivare dove c’è l’Amore che ci ha creati, dove c’è l’Amore che ci aspetta: l’amore di Padre.
E fra memoria e speranza c’è la terza dimensione, quella della strada che noi dobbiamo fare e che noi facciamo. E come fare la strada senza sbagliare? Quali sono le luci che mi aiuteranno a non sbagliare la strada? Qual è il “navigatore” che lo stesso Dio ci ha dato, per non sbagliare la strada? Sono le Beatitudini che nella Sua vita Gesù ci ha insegnato. Queste Beatitudini – la povertà di spirito, la mitezza, la povertà di spirito, la giustizia, la misericordia, la purezza di cuore, la pace – sono le luci che ci accompagnano per non sbagliare strada: questo è il nostro presente.
Chiediamo al Signore che ci dia la grazia di mai perdere la memoria, mai nascondere la memoria – memoria di persona, memoria di famiglia, memoria di popolo –; e che ci dia la grazia della speranza, perché la speranza è un dono suo: saper sperare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi davanti a un muro. Guardare sempre l’orizzonte e la speranza. E ci dia la grazia di capire quali sono le luci che ci accompagneranno sulla strada per non sbagliare e di lasciarci da queste luci illuminare vivendole, e così arrivare dove siamo attesi per sempre con tanto amore.
Don Fabio
Pubblicato il 1 Novembre 2025
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Storie di fede e Riflessioni