Una delle frasi più efficaci e più famose di tutta la storia della filosofia e della letteratura è sicuramente quella di Cartesio, uno dei padri dell’epoca moderna: “Cogito ergo sum”, penso dunque sono. Una locuzione che riassume il percorso del suo pensiero illustrato nell’opera “Il discorso sul metodo”. In breve, ma molto in breve: ogni realtà dev’essere sottoposta al dubbio. Tutto dev’esser messo in discussione affinché si accetti come vero solamente quello che è evidente, cioè privo di ogni forma di dubbio. Alla fine Cartesio arriva a dire che l’uomo pensante rappresenta l’unica certezza che sopravvive al dubbio. Il fondamento dell’esistenza è il pensiero.
Qualcuno poi si è divertito a modificare la locuzione cartesiana. Dubito ergo sum. Amo ergo sum. Mangio ergo sum. Rogito ergo sum. E via di questo passo.
Una variazione interessante è quella che inverte i termini della frase: Sum ergo cogito. Sono quindi penso. Un’inversione che sottolinea che l’esistenza è il fondamento del pensiero. Il fatto di esistere permette di pensare. Il fondamento del pensiero è l’esistenza.
Ma forse l’intuizione più folgorante fu quella del teologo Karl Barth, che alcuni secoli dopo Cartesio, ha cambiato la frase mutandola al passivo: “Cogitor ergo sum”, Sono pensato, dunque sono. L’esistenza umana trova il suo fondamento nel pensiero dell’amore generativo di un Altro, che mi permette si esistere.
C’è un passaggio di una bellissima poesia di Àngel Gonzàlez che recita:
“So di esistere perché tu mi immagini.
Sono alto perché tu mi pensi
alto, e sincero perché mi guardi con occhi buoni,
con sguardo sincero.
Il tuo pensiero mi rende intelligente
e nella tua semplice tenerezza
anch’io sono semplice e generoso.
Se tu però mi dimenticassi
io morire e nessuno se ne accorgerebbe.
Se nessuno mi pensa, io continuerei a vivere, ma è come se fossi morto. È il fatto che io sia pensato che mi fa esistere. Barth poi fa un ulteriore passo in avanti e afferma: “Amor ergo sum”, sono amato dunque sono. La mia esistenza come frutto di un pensiero d’amore, di Dio, innanzitutto, e poi dei miei genitori. È l’essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio che rende l’uomo un soggetto esistente e libero.
Don Roberto
Pubblicato il 25 Maggio 2024
in
Storie di fede e Riflessioni