Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La consolazione e la desolazione

Ripropongo la meditazione del 31 dicembre scorso nella Messa di ringraziamento per la fine dell’anno come contributo di riflessione per chi non ha potuto essere presente.

In questo passaggio nel quale stiamo per salutare l’anno 2021 e accogliamo il nuovo anno voglio condividere una riflessione che prende spunto da un passaggio che il grande sant’Ignazio di Lojola suggerisce nelle regole dei suoi esercizi spirituali. In qualche modo ogni momento della nostra vita può essere considerato un esercizio spirituale.

Ignazio  dice  che  tutti  i  sentimenti  che l’uomo prova nella sua vita sono riassumibili in due sentimenti: la consolazione e la desolazione. Ogni nostro sentimento, bello o brutto, trova la sua collocazione dentro questi due.

La consolazione secondo Ignazio è lo stato di calma e di pacificazione interiore e, perciò l’assenza di ogni ombra o turbamento. Noi siamo consolati quando, nonostante una situazione di vita indubbiamente faticosa, sentiamo di avere lo stato d’animo e gli strumenti per reagire positivamente e viviamo uno stato di pace.

Quando siamo nella consolazione tendenzialmente ci sentiamo: fisicamente forti e pieni di energie, emotivamente felici e in pace e spiritualmente amorevoli e aperti al prossimo.

Al contrario la desolazione è lo stato di oscurità dell’anima, il turbamento, l’inclinazione alle cose terrene, la sfiducia, la mancanza di speranza e di amore, la tiepidezza, la pigrizia e la tristezza. Siamo desolati quando la situazione faticosa ci schiaccia e ci impedisce di reagire, oppure quando siamo chiamati ad un serio esame di coscienza rispetto a determinati comportamenti non particolarmente edificanti.

Quando siamo nella desolazione tendenzialmente ci sentiamo: fisicamente fiacchi e privi di energie, emotivamente tristi e confusi e spiritualmente freddi e chiusi al prossimo.

In secondo luogo sant’Ignazio specifica che tutti i sentimenti legati alla consolazione esprimono in qualche modo la vicinanza di Dio, il movimento e l’azione dello Spirito Santo. Mentre quelli legati alla desolazione manifestano la vicinanza del Maligno.

Ma la cosa più interessante è quando Ignazio afferma che sia la consolazione che la desolazione sono due doni della grazia di Dio, sono entrambi regali di Dio agli uomini. Cioè: Dio mi dona di essere consolato affinché io lo lodi e mi dona di essere desolato perché io, nella mia aridità lo possa desiderare e cercare il suo volto. In altre parole Dio mi concede serenità e pace per indicarmi che Lui mi è vicino e ogni cosa buona viene da Lui, ma mi concede anche di essere triste e affranto per aiutarmi a capire che sono lontano da Lui e che a Lui posso ritornare.

Abbiamo infine condiviso la preghiera del Vescovo Tonino Bello: Santa Maria, Vergine del mattino, donaci Signore la gioia di intuire, pur tra le tante foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio. Non permettere che sulle nostre labbra il lamento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo, e che la  pesantezza del passato ci impedisca di far credito sul futuro.

Ecco l’augurio per il nuovo anno: Il Signore vi doni di essere consolati perché possiate lodarlo ogni giorno e vi doni di essere desolati perché lo possiate desiderare e cercare con maggior passione.

Don Roberto



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