Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Possiamo pensarci senza Dio?

L’avvicinarsi del Natale ripresenta il mistero della nostra umanità che pare possa vivere bene anche senza Dio. Il Verbo si è fatto carne e i suoi non l’hanno accolto. Non l’hanno accolto. Perché non l’hanno accolto? Per gli stessi motivi per cui oggi continuiamo a non accoglierlo. Non lo accogliamo perché ci è scomodo, perché ci richiede di fargli spazio, di cambiare. Non lo accogliamo perché poco alla volta abbiamo imparato a vivere senza di Lui. Non lo accogliamo perché siamo praticamente indifferenti a Lui,  alla sua presenza e alla sua Parola.

Esattamente come dice il cantautore Giovanni Lindo Ferretti: “Le città possono pensarsi senza Dio o anche contro Dio, per le montagne è più difficile. Persino un pensiero ateo si colora di sfumature mistiche e religiose”.

Le montagne  non possono pensarsi senza Dio. La natura non può pensarsi senza Colui che l’ha creata. Anche l’uomo, pur vivendo in città che si pensano senza Dio, fatica a vivere senza Dio. Così gli rimane di sostituirlo con tante altre cose. Ma se appena l’uomo si ferma e rientra in se stesso capisce che non può vivere senza Dio. Le nostre città sono atee, bestemmiano Dio, ma l’uomo è come la montagna, non si è creato da solo, è difficile che riesca a pensarsi senza Dio. Proprio come Dio che non riesce a pensarsi senza l’uomo. Per questo si è incarnato e continua ad incarnarsi.

Tra qualche giorno inizieremo il tempo forte dell’Avvento. Sono quattro settimane che ci conducono a preparare adeguatamente il Natale. È un tempo prezioso perché il senso dell’attesa durante l’Avvento è profondo e ci richiama alla conversione, al ritorno a ciò che è essenziale ed è anche un tempo di rinascita. L’Avvento ci richiama la famiglia, la comunità, i bambini. Si dice che il Natale è la festa più bella del mondo. Ma perché lo sia davvero dobbiamo evitare di pensarci senza Dio, altrimenti il Natale sarà l’ennesima delusione. Anzi sarà una vera tristezza.

Troviamo dunque il modo di pensarci con Dio, a partire da Lui, facendo spazio al raccoglimento, alla meditazione alla preghiera. Che non ci capiti che l’ateismo e l’ostilità nei confronti di Dio, che sono ormai strutturali nelle nostre città, penetrino troppo nelle nostre coscienze e nelle nostre case. Decidiamo di fare spazio al Vangelo e prendiamoci cura della nostra vita spirituale con scelte piccole ma determinate. Appena varchiamo la soglia della nostra vita interiore ci accorgeremo che il Signore è lì che ci aspetta, con le braccia aperte, come nella parabola del figliol prodigo.

Che l’Avvento ci renda un po’ simili alle montagne, calmi, silenziosi e vicini al cielo. Buon cammino di Avvento. Perché non possiamo pensarci senza Dio.

Don Roberto

 



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