Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Andando per cimiteri

La bella abitudine di recarci al cimitero tocca l’apice nel mese di Novembre e in particolare nella settimana iniziale, quando celebriamo la Festa dei Santi e la Commemorazione di tutti i defunti. Il cimitero ha sempre un grande fascino perché è un luogo nel quale si può riflettere, meditare, pregare, raccogliere i ricordi…

La memoria dei nostri cari non è un gesto malinconico ma un inno alla vita, per noi che crediamo che la vita “non è tolta, ma trasformata”, una vita eterna. Siamo sollecitati al pensiero che la vita terrena è di passaggio e perciò va vissuta senza sprecarla, senza renderla mediocre, povera, triste.

Al cimitero facciamo normalmente due cose: portiamo fiori e preghiamo. Quale è il senso dei fiori che portiamo? I fiori non servono ai defunti, servono a noi. Sono un bellissimo gesto con il quale vogliamo ricordarci che la vita che nasce dalla morte è ancora più bella e più profumata di questa nostra vita. I fiori sono il segno dell’immortalità della vita. E poi la preghiera. È una preghiera rivolta al Signore per i defunti, perché siano definitivamente introdotti nel banchetto del Paradiso. La preghiera è il segno della comunione perché ci ricorda che non si spezzano i legami, l’affetto, la compagnia, perché per il Signore l’umanità non si divide tra i vivi e i morti, ma per Lui tutti sono vivi e tutti siamo contemporanei perché eterni.

Tuttavia l’incontro con i nostri cari non può esaurirsi il 2 di Novembre. Anzi c’è anche il pericolo che il 2 di Novembre si riveli una farsa o una fiera.

Un sacerdote ha scritto questo pensiero che condivido in pieno. “io amo andare al cimitero e quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e intensità. Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In questi giorni non vado più al cimitero, perché l’ultima volta che l’ho fatto ho creduto di trovarmi in una fiera: chiacchiericcio, confusione, risate, paragoni sciocchi tra le tombe e i fiori più belli, curiosità stupide, telefonini che squillano dappertutto, commento sul costo dei fiori… Uno spettacolo triste! Sapete cosa farei? Chiuderei i cimiteri dal 25 ottobre all’8 di novembre. Perché quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque durante l’anno, ogni volta che possono. Quelli «della fiera» se ne starebbero a casa loro. Meglio così! Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno ai vivi”.

Non banalizziamo le nostre visite al cimitero perché se una generazione smarrisce il senso del legame con i defunti perde le radici e anche l’orizzonte. Le radici sono la risposta alla domanda: “Da dove veniamo?” e l’orizzonte è la risposta alla domanda: “Dove stiamo andando?”. Se non ho il desiderio di trovare risposte a queste due domande che senso ha la vita?

Don Roberto

 



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