Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La santa indifferenza

Una di queste sere ero a cena con un amico prete che tra poco dovrà, per ubbidienza al Vescovo, cambiare parrocchia. Gli viene chiesto: ma non ti di-spiace lasciare la tua parrocchia dopo tanti anni? Certamente, risponde, ma sto cercando di imparare la “santa indifferenza”. Altri amici seduti al tavolo reagiscono: ma come è possibile? Mi sembri un po’cinico. Così si comincia a confrontarsi su questa espressione.
La santa indifferenza, contrariamente a quanto sembra, è un atteggiamento di profonda spiritualità.
L’autore di questa indicazione è sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti. Dopo la sua conversione, frutto della meditazione di alcuni libri sulla vita dei santi e di Gesù, dal 1522 al 1535, compone i famosi “Esercizi Spirituali”, una proposta ben strutturata per essere autentici discepoli di Gesù.


Tra le regole troviamo questo passaggio: “E’ perciò necessario renderci indifferenti in tutte le cose create … solamente scegliendo e desiderando quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati. Un credente nonostante i canti delle sirene, le prove e la zizzania punta tutto su Gesù, considera Lui il bene più prezioso. Un sereno distacco da tutto ciò che ci assilla, da tutto ciò che è meno di Dio aiuta ad essere disponibili per Lui!
La santa indifferenza è perciò la via che ci rende liberi da tutto e da tutti per-ché ci sentiamo amati dal Signore e questo, in ogni situazione della vita, è ciò che ci basta.
Essere indifferenti significa non avere preconcetti rispetto a niente, per trova-re il Padre in ogni occasione. Questa non è apatia, ma scoperta e presenza di Qualcuno nella vita di tutti i giorni ed in ogni situazione.
Scriveva don Lorenzo Milani in una appassionata lettera: “ Combattivi fino all’ultimo sangue a costo di farsi relegare in una parrocchia di 90 anime in montagna e di farsi ritirare i libri dal commercio, sì tutto, ma senza perdere il sorriso sulle labbra e nel cuore e senza un attimo di disperazione o di malinconia o di scoraggiamento o di amarezza. Prima di tutto c’è Dio e poi c’è la Vita Eterna”.
Con tali chiarimenti quel mio amico prete ha condiviso il significato del pas-saggio così importante da una parrocchia all’altra. La sofferenza per coloro che si lascia, il dispiacere dei parrocchiani che gli hanno veramente voluto bene, l’incertezza per la nuova esperienza da vivere, tutto viene messo in fila rispetto a ciò che per un prete, ed anche per ogni credente, è predominante: la presenza di Colui che in ogni situazione della vita non farà mancare il suo amore ed il suo aiuto.
La santa indifferenza è per sant’Ignazio di Loyola una grazia da chiedere al Signore perché possiamo sempre essere liberi da ciò che ci può turbare.
Don Roberto



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