Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Le rughe della vita

Nell’Angelus della scorsa domenica Papa Francesco ha istituito la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Ha detto il Papa: I nonni, tante volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere. E per questo ho deciso di istituire la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù.

Oggi, più che mai a causa della pandemia, molti anziani sono messi duramente alla prova, molti se ne sono andati e molti restano spesso soli e lontani dalle rispettive famiglie.

Proprio per questo il Papa ci richiama al grande valore degli anziani. La profonda consapevolezza che sta alla base di questa decisione è che la vecchiaia è un dono da celebrare e che le giovani generazioni hanno il compito di ricordare coloro che prima di noi e per noi custodiscono e tramandano la vita e la fede. Gli anziani sono le nostre radici.

Non è facile invecchiare bene, mantenere la serenità e la saggezza. Ci sono dinamiche che rendono umanamente difficile accettare che la vita deperisca, che si perdano le forze, che si abbia molto tempo vuoto. Può anche succedere che, come esistono tanti adulti che non sono maturi, ci siano anche anziani che non siano saggi. Anche Guccini lo lasciava intendere quando cantava: non sai che ci vuole scienza, ci vuol costanza ad invecchiare senza maturità.

Ma fortunatamente tutti abbiamo la fortuna di incontrare anziani saggi, che con la loro memoria e la loro esperienza costituiscono un vero e proprio tesoro per noi, un’eredità preziosa da raccogliere.

Mi viene in mente un bell’esempio di saggezza: quando venne chiesto a un famoso fotografo americano di ritrarre le dieci donne più belle del mondo per una rivista internazionale, questi volle includere la grande attrice italiana Anna Magnani. E la Magnani che all’epoca non era né giovane né bella secondo i canoni estetici ortodossi, accettò di farsi ritrarre a patto che i negativi non venissero ritoccati. “Ma eliminerò solo un paio di rughe profonde” protestò lo stupito fotografo. “Non farà nulla di ciò – rispose la Magnani con fierezza, – me le sono meritate una ed una”.

Le rughe della vecchiaia – dice Marc Levy – formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni.

Quelle benedette rughe che noi vorremmo far sparire in realtà sono il segno della maturità e della saggezza. Quando gli anziani non accettano le proprie rughe e cercano, in tanti modi artificiali, di cancellarle, con le rughe rischiano di far sparire anche la loro esperienza. Quando invece gli anziani sono fieri delle proprie rughe e dei limiti che l’avanzare dell’età impone allora, proprio allora, sono veri maestri di saggezza.

Don Roberto



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