La collina dell’oratorio è sempre più il luogo sacro che ci richiama “ALLOPERA”.
Inizialmente abbiamo piantato gli ulivi. Poi al centro la Croce ed ora, con i ragazzi del CRE, guidati dal maestro ceramista Luca Catò, il muro aperto, semicircolare che, come due braccia, ci accoglie e custodisce.
Dalla sommità di un muro spuntano i volti, gli autoritratti ceramici, dei bambini che l’hanno costruito. Il muro non è una barriera che separa, ma un braccio che raccoglie e accoglie il giardino sottostante. Sulla superficie del muro sono infatti rappresentati alcuni simboli del giardino: fiori foglie e l’ikthus, il pesce, il simbolo di Cristo, colui che dà compimento alla creazione. Il muro, frutto dalla somma dei mattoni, è simbolo anche della costruzione dell’opera umana dove ognuno porta il suo piccolo contributo, anche se impreciso e imperfetto… la pietra scartata è divenuta testata d’angolo. I bambini sopra il muro rappresentano anche l’affacciarsi curioso e stupito che l’essere umano esprime quando varca un muro e scopre le magnificenze del “giardino” e del creato.
Pubblicato il 14 Luglio 2018
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Il CRE, il CRI
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