Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Pensieri di un ritorno in volo

Mentre mi trovo nel mezzo del  Deserto del Sahara riaffiorano immagini che come diapositive non esitano a muoversi nella mente: volti di amici, sorrisi di bambini, giochi imparati, letture balbettanti, riunioni infinite, caldo soffocante, zanzare incessanti ….  Poche ormai le ore che mi separano da questa realtà e alla quale ritornerò a far fronte.

Pare sia un tornare a casa, si perché di fatto questa pare essere una seconda casa per me. Son tornata dopo un mese di congedo in Italia ma l’Africa chiama quindi senza rendermene troppo conto mi ritrovo su un volo diretto per Abidjan e guardando fuori dal finestrino mi rendo conto che le montagne ormai sono lontane e quello che vedo al di sotto delle nuvole è il deserto … mille sfumature si presentano agli occhi e lì, solo in quell’istante mi accorgo che la terra rossa africana che ormai conosco bene è sempre più vicina a me. Mi piace questa terra rossa e credo sia stata proprio lei ad avermi ipnotizzata fin il primo giorno, credo sia stato un innamoramento a prima vista come del resto lo è stato con le persone che la vivano e l’abitano.

Mentre sono in volo ripenso all’anno trascorso, ricco di attività, alla possibilità di aver potuto dare a 22 ragazze di apprendere un mestiere; cercando di esserci per chiunque ne avesse bisogno, disponibili all’ascolto per chi ne richiedeva, di fatto mai come hai giorni nostri, che sia in Africa o in Italia le persone hanno quel bisogno di essere ascoltate e in un certo senso essere capite … alle attività organizzate con il Centro psichiatrico St. Camille di Boundoukou e alla prima edizione di un cre svoltasi a Tanda …  sono state veramente tante le proposte dinamiche che sono state portate avanti e le soddisfazione non sono di certo mancate, ora mentre ripenso a tutto questo dal mio finestrino dell’aereo posso dire che si è trattato di un gran successo.

Tornare poi in un posto che senti casa ti fa sentire bene, rincontri affetti, rincontri persone amiche care che ormai poco a poco son diventate famigliari. Questo tornare mi mette di fronte alla realtà affascinante e allo stesso tempo cruda dell’Africa. A poche ore dal mio arrivo ho già dovuto far fronte agli aspetti più incomprensibili della vita: la morte. La morte di una delle ragazze che lo scorso anno abbiamo inserito in uno degli ateliè ha toccato non solo noi dell’equipe Caritas ma ha toccato un po’ tutti qui a Tanda.           Ogni giorni queste persone si scontrano con queste realtà ma forse per me è ancora difficile da comprendere. Un parto andato male, una vita appena nata e subito dopo la realtà della morte. La gioia del primo respiro con lo spasmo dell’ultimo. Una madre troppo giovane per essere considerata madre e una incapacità del gestire queste situazioni porta inconsapevolmente a mettere a confronto la vita con la morte. Il primo funerale musulmano a cui partecipo di una ragazza ancora troppo giovane che ha lasciato la vita. Questi avvenimenti accadono spesso, troppo spesso e noi rimaniamo impotenti senza poter far nulla. Tornare e mettere i piedi in questa terra significa anche dover scontrarsi con la realtà degli avvenimenti, significa condividere dolori prima che le gioie. Ecco cosa significa per me ritornare ….

Condividendo con voi questi pensieri colgo inoltre l’occasione per ringraziare tutta la comunità di San Giuseppe, rivedere famiglie, amici, anziani e bambini mi ha dato la possibilità di sentirmi a casa un’altra volta …



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