Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Vegliare, per vivere l’Avvento

Vivere l’Avvento significa vegliare per essere pronti. Concretamente questo significa avere gli occhi aperti, il cuore desto e mani operose.

Occhi aperti sulla realtà che ci circonda, su ciò che accade attorno a noi, nella piccola e grande storia a cui apparteniamo. Come una sentinella che scruta, anche nel mezzo della notte, per non essere colta di sorpresa dai pericoli che sono in agguato. Come una vedetta che non si stanca di guardare all’orizzonte per cogliere segni preziosi che vengono dal cielo o dalla terra. Occhi aperti, cioè non appesantiti dal sonno, non avvolti dal torpore … Occhi puntati sulla realtà in modo attento e lucido, sgombri da tutto quello che impedisce di discernere nitidamente il senso degli eventi. Occhi aperti, che sanno dove guardare, cosa vedere perché c’è una parola che guida lo sguardo, che orienta il percorso, che insegna a decifrare quello che sfugge alla vista dei più.

Ma ci vuole anche un cuore desto, tenuto continuamente desto dalla fede e dalla speranza. La fede in Colui che ha nelle sue mani le sorti del mondo. Perché è proprio lui, il Crocifisso Risorto, l’unico Signore della storia. Affidarsi a lui significa vivere un’esistenza nuova, libera dall’illusione del potere e della forza, affrancata dalla seduzione di possedere, guidata da un senso nuovo che trasforma ogni pensiero e ogni progetto. Un cuore desto perché si porta dentro una speranza sconfinata: un giorno questa terra dove scorrono ancora tante lacrime e tanto sangue diventerà finalmente un giardino di pace e di giustizia, in cui gli uomini finalmente si tratteranno da fratelli. Un cuore desto e quindi sensibile e reattivo di fronte a tutto ciò che infanga, deturpa, asservisce l’umanità e la priva di quella bellezza e di quella dignità che le vengono dal suo Creatore.

E quando gli occhi sono aperti e il cuore è desto, le mani diventano operose: capaci di compiere il bene, di soccorrere, di aiutare, di consolare, di rialzare, di asciugare le lacrime, di portare gli uni i pesi degli altri, di costruire un mondo nuovo. Mani operose che non esitano a mettere mano al portafoglio per pagare di tasca propria. Mani operose che non hanno paura di scorticarsi e di ferirsi quando si tratta di affrontare sentieri impervi e di lottare contro il male con la sola forza dell’amore. Mani guidate dalla bontà, dalla tenerezza e dalla compassione.

 

Buon Avvento verso un Natale di luce.

D.R.



in I tempi forti dell'anno liturgico