Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

On the road for the route: obiettivo Roma

Non è comune sentir parlare di “route”, ma in effetti neanche farla.

Si tratta di un campo scout nomade che si può fare camminando, pedalando o remando, l’importante è non fermarsi mai!

scout1
Quest’anno noi ragazzi di terza superiore del gruppo Dalmine 1 abbiamo deciso di fare una route di cammino, ma invece di vagare per i monti (con il rischio di perdersi, come ogni anno), abbiamo fatto una via conosciuta nel centro Italia: la via Francigena. Un pellegrinaggio era proprio ciò che ci serviva e ci siamo presi una settimana per portarlo a termine e godercelo fino in fondo, proprio sino a Roma!

Siamo partiti 120 kilometri prima della meta e in quattro giorni li abbiamo consumati, insieme a tutto il cibo, ma non senza fatica perché c’era un sole che spaccava le pietre, uno zaino sulle spalle carico di vivande e molte, fin troppe, fiacche sui piedi. La media era una trentina di kilometri al giorno, ma naturalmente il tempo di percorrenza dipendeva dal tipo di tratto che ci accingevamo a fare, però in sostanza erano 5-6 ore al giorno, tranne casi particolari in cui ci abbiamo messo 9 ore. La mattina naturalmente sveglia alle 6.00 o alle 5.30 per partire un’ora esatta dopo e iniziare a mettersi il cuore in pace, per poi non veder l’ora di pranzo! Solitamente si arrivava nel pomeriggio negli oratori in cui avremmo pernottato e dopo una pennichella (non sempre veloce) si visitavano le città: Attigliano, Viterbo, Sutri, Formello, Roma. A Roma non contenti del mal di gambe siamo stati 3 giorni per visitare le chiese più importanti della città concludere in bellezza il nostro percorso. Puntualmente la sera una domanda ci veniva spontanea: perché lo stiamo facendo? Perché ci stiamo martoriando? La risposta però è arrivata solo a Roma con la grandissima soddisfazione di aver messo piede in Piazza san Pietro, certamente non puliti e profumati, ma con tanta esperienza nel cuore e tanti nuovi ricordi. Infatti sul percorso l’attività migliore da fare era chiacchierare con gli sconosciuti con cui patire le sofferenze del caldo e venire a conoscenza di tutte le motivazioni che li avevano portati a camminare sulla francigena: voglia di camminare, di conoscere, di scoprire, di riscoprirsi e di pregare. Perché quando ci si rende conto che i tuoi stessi passi li ha fatti un altro migliaio di persone, capisci che  c’è un grandissimo legame tra tutti: la Fede in qualcuno di più grande di noi.

 

Valeria Poletti, noviziato “Ipse Dixit”, Dalmine 1



in Le attività dell'AGESCI