Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Le parole della Pasqua: Il Consolatore

 

Per me una delle definizioni più belle dello Spirito Santo ce la regala proprio Gesù, quando congedandosi dai suoi discepoli, nel cosiddetto discorso di addio, durante l’ultima cena afferma: “Non vi lascerò orfani vi manderò un altro Consolatore, lo Spirito Santo”.

Consolare è un verbo bellissimo, dai mille aspetti: significa confortare una persona, recare sollievo a chi soffre, lenire il dolore, ma anche rallegrare, ricreare, ristorare…

Che lo Spirito Santo sia chiamato così proprio da Gesù è molto rassicurante perché noi per conto nostro nemmeno sapremmo cosa sia lo Spirito Santo, il Grande sconosciuto, come lo chiama sant’Agostino.

Un grande santo, Ignazio di Lojola, esperto di cammini di fede e di avvicinamento al Signore dice che tutti i nostri sentimenti, alla fine, si possono riassumere in due: la desolazione e la consolazione. La desolazione raccoglie tutti i sentimenti di abbandono, di solitudine, di tristezza e di radicale bisogno di aiuto. La consolazione, al contrario, raccoglie tutti i motivi di gioia e di soddisfazione che ci rende contenti. Sant’Ignazio afferma che entrambi questi sentimenti sono doni di Dio: il Signore ci dona di essere desolati per riconoscere che al di fuori di Lui non c’è vera felicità e ci dona di essere consolati quando sperimentiamo di essere abitati da Lui.

Lo Spirito Santo, che abita dentro di noi, è l’altro Consolatore, cioè qualcuno che avrebbe rimpiazzato Gesù, qualcuno che avrebbe fatto tutto quello che aveva fatto quando Lui era con loro, un sostituto, per modo di dire, per la sua assenza fisica.

In altre parole avere lo Spirito Santo è assolutamente come avere Gesù. Lo Spirito Santo fa per coloro che seguono Gesù quello che Gesù fece per i suoi discepoli quando era presente fisicamente con loro. Ecco perché è chiamato UN ALTRO Consolatore. Il primo Consolatore era Gesù nella sua presenza fisica.

Confessiamo la nostra desolazione, interpretiamola come dono di Dio e desideriamo la consolazione che viene dallo Spirito.

La Festa solenne della Pentecoste non solo ci fa celebrare lo Spirito Santo, il Consolatore perfetto, l’Ospite dolce dell’anima, il Dolcissimo sollievo, ma ci esorta ad essere a nostra volta capaci di consolare i fratelli, come dice san Paolo: Dio ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano nell’afflizione con la consolazione con cui siamo stati consolati noi stessi da Dio“.

Vieni o Santo Spirito, sii consolazione nel nostro cuore e nel cuore di tutti. Vieni e ricrea in noi la pace.

Don Roberto

 



in Storie di fede e Riflessioni