Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La Grazia di Dio e la nostra responsabilità

Pensando alla chiesa e al suo futuro attraverso il filtro della questione vocazionale dei preti le prospettive non sono molto rosee. Certo non dobbiamo perderci d’animo e avere fiducia in ciò che il Signore ci riserverà nei suoi disegni imperscrutabili ma nello stesso tempo dobbiamo rimboccarci le maniche con molta responsabilità.

Mi viene in mente ciò che è accaduto ad un parroco mentre passando accanto ad un campo pronto per il raccolto dice al contadino: «Non è magnifico vedere ciò che la grazia di Dio ha realizzato?». E il contadino gli risponde con ironia: «Lei avrebbe dovuto vedere come appariva il campo quando agiva solo la grazia di Dio!».

Il Signore per conto suo potrebbe fare ogni cosa, ma non fa nulla senza l’assenso libero e la fattiva collaborazione dei suoi figli. Ci aspettiamo tutto dal Signore ma questo non ci esenta dalle nostre responsabilità. Come acutamente osservava Sant’ Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio».

Oppure come sosteneva nella sua predicazione Papa Benedetto XVI: “Il tempo presente è tempo di semina, e la crescita del seme è assicurata dal Signore. Ogni cristiano, allora, sa bene di dover fare tutto quello che può, ma che il risultato finale dipende da Dio: questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno, specialmente nelle situazioni difficili”.

Il contadino ci insegna che sono quattro le fasi della maturazione: la fiducia della semina, la pazienza dell’attesa, la perseveranza della cura e la gioia del raccolto e della condivisione. In ognuna di queste fasi si manifesta la collaborazione dell’opera del Signore e del lavoro dell’uomo. Noi cristiani questa certezza la celebriamo ogni giorno nell’Eucarestia quando, nel momento dell’offertorio, preghiamo dicendo: Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino, frutti della terra e del lavoro dell’uomo; li presentiamo a te, perché diventino per noi cibo di vita eterna e bevanda di salvezza.

Fiducia quindi nell’azione di Dio che non abbandona mai la sua barca e lavoro assiduo e perseverante dentro la chiesa. Questo ci rassicura e ci rimotiva ogni giorno per quello che facciamo.

Don Roberto

 



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