Ogni volta che mi reco alla Casa Accoglienza Anziani ho sempre qualcosa da imparare. Esattamente come quando sto in mezzo ai bambini.
Mi è capitato durante la Messa di un martedì mattina.
È iniziata la proclamazione della prima lettura e sento, perché quando gli anziani dicono qualcosa non parlano, gridano: Pota ghe sente mia! dice una nonna alla sua vicina. E questa con una pacatezza regale le risponde: Fa negot, preocupet mia, l’importante l’è che ns’è chè.
Mi è subito venuto in mente Pietro sul Tabor: che bello per noi essere qui… facciamo tre tende…
La Messa non si capisce con il cervello ma si gusta con una presenza che si abbandona ai segni della liturgia. Se penso a quando ero bambino con tutta onestà non ricordo nessuna predica dei miei preti, non ricordo di avere avuto mai il cuore per qualcosa che si sia impresso nella mia testa. Ricordo solo le candele, i fumi dell’incenso, i profumi dei fiori, le luci, i volti di tanta gente che pregava. Il potere della liturgia non sta in quello che noi comprendiamo con la testa, ma in tutto quello che segna i nostri sensi.
Pubblicato il 4 Novembre 2023
in
Storie di fede e Riflessioni
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