Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia 2: N come NOSTALGIA

Per definizione la nostalgia è il desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato soggiorno abituale e che ora è lontano. Si prova nostalgia per il proprio paese d’origine, per la famiglia, la patria, gli amici…

La parola viene dal greco e ha un significato che si avvicina a “dolore per il ritorno a casa”. Dice Erri De Luca in un suo libro: Quando viene nostalgia, non è mancanza, è presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti. A differenza della tristezza e della malinconia, la nostalgia è un desiderio struggente di ritornare ad abitare luoghi d’amore, spazi di pace e di benessere.

Noi cristiani abbiamo nostalgia di Dio. C’è una bellissima preghiera, tra le dieci che rivolgiamo al Signore il Venerdì Santo che dice: Dio onnipotente ed eterno, tu hai messo nel cuore degli uomini una così profonda nostalgia di te, solo quando ti trovano hanno pace: fa’ che, al di là di ogni ostacolo, tutti riconoscano i segni della tua bontà e, stimolati dalla testimonianza della nostra vita, abbiano la gioia di credere in te, unico vero Dio e padre di tutti gli uomini.

Avere nostalgia di Dio significa riconoscere che da Lui proveniamo e che a Lui andiamo. Significa che il Signore è la nostra patria e stare con Lui è il paradiso.

La nostalgia è uno sguardo bifronte: ci fa guardare indietro, al nostro passato, a ciò che siamo stati, e ci fa guardare avanti, al futuro, a quando finalmente si realizzeranno i nostri desideri più profondi. La nostalgia è la sintesi tra la memoria e il futuro, tra le radici e l’orizzonte.

Mi ha toccato il cuore leggere questa testimonianza che ci dice bene cosa è la nostalgia:

Ho sempre lavorato in Ospedale. La mia carriera da dottore mi ha portato a conoscere pazienti, storie, soggetti che non ho mai dimenticato. Una paziente, però, è rimasta nel mio cuore, per la tenacia con cui ha lottato, e non solo. Perché lei mi ha spiegato che cosa vuol dire nostalgia.

Combattere i tumori è la mia professione, ma non sono io personalmente a farlo. Propongo terapie, cure, ma non è così semplice. E di fronte ai pazienti più piccoli, cerco di vestire i panni di Dio e lottare insieme a loro.

Questa paziente ha voluto la forza di fare la chemioterapia e la radioterapia cercando di tenere il sorriso sulle labbra. L’ho vista piangere raramente, ma soprattutto di nascosto. Avrei dovuto imparare da lei per ogni volta che mi sono lasciato sconfiggere dalle paure.

Vivevo una vita di stress e di ansia, di preoccupazioni, quando avevo di fronte una realtà più grande. Quella bambina stava lottando contro se stessa pur di rimanere in questo mondo. Un giorno, decisi di parlarle, di farle qualche domanda, soprattutto su sua mamma, per la tristezza che le vedevo addosso.

“Lo so che mia mamma va a piangere nel corridoio. A volte la vedo, ma quasi sempre la sento. So che quando non ci sarò più, lei proverà moltissima nostalgia. Alla fine, penso che non devo avere paura di morire, perché non sono nata per questo mondo.”

Cercai di farmi forza e le chiesi: “Perché non hai paura di morire?”

“Dottore, è come quando dormo sul letto dei miei genitori, ma al mattino apro gli occhi e mi risveglio nella mia camera. Alla fine, chiuderò gli occhi e mi risveglierò nella casa di Dio. Mi dispiace per la mia mamma, perché la nostalgia le farà male.”

Il dottore cominciò a piangere. “Che cos’è la nostalgia?” “La nostalgia è l’amore che resta e che non andrà mai via.”

La nostalgia, il dolore per il ritorno alla nostra casa, è quel sentimento che ci apre autenticamente alla fede nel Signore, padrone del tempo e della storia.

Don Roberto

 



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