Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia 2: M come MEMORIA

Ma ti ricordi di me? È una delle domande più imbarazzanti che ci possano rivolgere. È brutto dire ad una persona: non mi ricordo chi sei, non mi ricordo come ti chiami. Oppure dimenticarsi di una cosa da fare, di una promessa da mantenere, di una data importante. Magari non è nemmeno che non ci interessino le cose, le persone, i nomi, è solo il fatto che abbiamo la memoria corta.

Eppure gli studiosi ci dicono che la facoltà della memoria noi la esercitiamo pochissimo rispetto a quello che potremmo. Se volessimo noi potremmo ricordare ogni istante di tutti i giorni della nostra vita. Aveva ragione Cicerone quando diceva: memoria minuitur nisi exerceatur, che la memoria diminuisce quando non la si esercita.

La memoria è la capacità di mantenere traccia di informazioni, di eventi, di immagini, di sensazioni, di idee…

Nell’era tecnologica la facoltà della memoria umana è esercitata di meno per il fatto che ci affidiamo giustamente alla memoria artificiale dei computer.

Rischiamo per questo di essere una generazione smemorata. Svanisce poco alla volta la memoria storica, collettiva, quella relativa ai valori della storia e della tradizione che costituiscono il patrimonio spirituale di un popolo, le radici della propria identità. Per questo è importante aiutare i ragazzi a non dimenticare le cose del passato, gli eventi che ci hanno segnato.

Il popolo dei cristiani nasce nel momento preciso, quello dell’ultima cena, quando Gesù dice ai suoi discepoli: Fate questo in mia memoria. Gesù infatti rivive nel ricordo dei suoi discepoli. Senza questa memoria non può darsi la fede.

Ma oggi il popolo dei cristiani è come se fosse colpito dalla malattia della perdita della memoria, una specie di Alzheimer spirituale.

La chiesa nel mondo ha proprio la funzione di mantenere viva la memoria di Gesù, di mantenere acceso il fuoco delle sue parole e della sua presenza.

Diceva Rita Levi Montalcini: Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all’Alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi.

Anche noi, magari sappiamo cosa è la fede ma non sappiamo a cosa serve, l’abbiamo dimenticato, l’abbiamo sostituita con altre cose.

Dunque come è importante tenere allenato il cervello per far funzionare la memoria, anche nella fede valgono le stesse regole: tenere allenata la memoria del Signore leggendo le sue parole nel Vangelo; apprendere le cose spirituali, fare frequenti esercizi di meditazione; curare il riposo concedendosi pause di raccoglimento.

Il profeta Isaia così esorta il popolo: Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna. Sì, nella via dei tuoi  giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio.

Ci conceda il Signore di non dimenticarci di Lui e di volgere davvero ogni nostro desiderio al ricordo del suo nome.

Don Roberto

 



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