Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia 2: E come ECCOMI

Una mamma mi diceva: sai come chiamiamo il nostro bambino? Lo chiamiamo “un attimo”, perché tutte le volte che lo chiamiamo lui risponde sempre “un attimo”. C’è chi nasce pronto e chi non lo è mai. C’è chi si dispone e si propone sempre e chi si tira sempre indietro, nascondendosi.

Nella Bibbia il primo a dire “Eccomi” è Abramo, il padre di tutti i credenti. E questa parola la pronuncia più volte. Ma la prima volta che la pronuncia è impressionante perché la dice quando Dio lo chiama per mandarlo a sacrificare suo figlio Isacco sul monte Moria. Dice “Eccomi” di fronte ad una chiamata impegnativa, drammatica. Ma lo dice fidandosi.

Ma è bello che non solo gli uomini sono chiamati a rispondere Eccomi, ma anche Dio risponde “Eccomi” alle creature che lo chiamano. Infatti il profeta Isaia dice: Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Eccomi è una parola che implicitamente abbiamo pronunciato quando abbiamo ricevuto la vita e la ripetiamo ogni mattina quando ci apprestiamo ad affrontare una nuova giornata con tutto il peso e il dramma che ci aspetta. È una parola che rinnoviamo ogni qual volta qualcuno viene a chiederci un aiuto e noi siamo pronti.

Anche nella liturgia spesso chiamiamo per nome coloro che si preparano a ricevere un dono o una missione da compiere. Dice Erri De Luca: “Eccomi” è voce dei momenti di verità, quando si è chiamati a rispondere di sé. È il passo avanti, lo scatto che fa uscire dai ranghi. È la più bella parola che si possa pronunciare in quei momenti, un dichiararsi pronti, anche se non lo si e affatto. Prima di usarla bisognerebbe allenarsi a pensarla più spesso.

Eccomi vuol dire io ci sono, sono qua. Esattamente come ha risposto Maria all’Angelo: Eccomi sono la serva del Signore.

Il contrario di Eccomi è “mi nascondo”. Esattamente come ha risposto Adamo, dopo il peccato, quando Dio gli domanda: Adamo dove sei?, lui risponde: Mi sono nascosto.

Afferma Papa Francesco: “Eccomi è la parola-chiave della vita. Segna il passaggio da una vita orizzontale, centrata su di sé e sui propri bisogni, a una vita verticale, slanciata verso Dio. Eccomi è essere disponibili al Signore, è la cura per l’egoismo, è l’antidoto a una vita insoddisfatta, a cui manca sempre qualcosa. Eccomi è il rimedio contro l’invecchiamento del peccato, è la terapia per restare giovani dentro. Eccomi è credere che Dio conta più del mio io. È scegliere di scommettere sul Signore, docili alle sue sorprese. Perciò dirgli eccomi è la lode più grande che possiamo offrirgli. Perché non iniziare così le giornate, con un “eccomi, Signore”? Sarebbe bello dire ogni mattina: “Eccomi, Signore, oggi si compia in me la tua volontà”.

Coraggio dunque a chi deve oggi pronunciare il suo difficile “eccomi”.

Don Roberto



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