Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia: U come UMILTÀ

Gesù ci dice: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Gesù, che è stato umile , ci esorta espressamente ad imitarlo in questa precisa virtù. Nella vita quotidiana della parrocchia molte sono le testimonianze concrete della necessità e della bellezza dell’umiltà. Essa è necessaria perché ci conduce ad avere un rapporto autentico con il Signore, con noi stessi e con i fratelli.

Con Dio innanzitutto, come afferma splendidamente Santa Faustina Kowalska nel suo diario: “il Signore, sebbene sia tanto grande, ha una predilezione per le anime piccole e umili. Quanto più profondamente un’anima si umilia, tanto più amabilmente il Signore le si avvicina e unendosi strettamente a lei, la innalza fino al suo trono”.

L’umiltà inoltre è la via che ci porta a stabilire un rapporto buono e giusto con noi stessi, come leggiamo nell’Imitazione di Cristo: “L’umile gode di una pace continua, mentre nel cuore del superbo ci sono spesso invidia e sdegno”.

Infine l’umiltà ha un ruolo decisivo per l’edificazione della comunità cristiana perché è la virtù che ci fa sperimentare che tutti siamo uguali, nella stessa dignità di figli, è il cemento che ci unisce nell’unione fraterna e rende possibile il servizio e l’aiuto reciproco.

Un antico proverbio afferma categoricamente che “Senza umiltà tutte le virtù sono vizi”.

C’è un testo, molto concreto, di Madre Teresa di Calcutta che può esserci utile nell’esaminare la nostra coscienza a partire dall’umiltà: “Questi sono i modi con cui possiamo mettere in pratica l’umiltà: parlare il meno possibile di noi stessi; rifiutare di immischiarci negli affari degli altri; evitare la curiosità; accettare allegramente le contraddizioni e le correzioni; passare sopra agli errori altrui; accettare insulti e offese; accettare di venir disprezzati, dimenticati e non amati; non cercare di essere particolarmente prediletti e ammirati; rispondere con gentilezza anche se provocati; non calpestare mai la dignità di nessuno; cedere alla discussione, anche se si ha ragione; scegliere sempre ciò che è più difficile”.

La persona umile riconosce quello che è, ha una giusta stima di sé, una giusta valutazione di sé, non ha deliri di onnipotenza e riconosce i propri limiti, non si vanta, non si gonfia, non alza la cresta, si fa piccolo, si abbassa per servire meglio, sa vivere nel nascondimento, non si mette in vista perché sa che ciò conta di più è lo sguardo di Gesù.

Dio sia lodato per le molte persone umili che incontro ogni giorno nella comunità!

Don Roberto

 



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