Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia: L come LITURGIA

La parola liturgia è composta da due vocaboli greci: popolo azione. Può avere un senso laico, civile ma assume un significato teologico e pastorale all’interno della chiesa. Per il Nuovo testamento il Liturgo per eccellenza è Gesù che offre ininterrottamente il culto della sua vita al Padre, come Intercessore per l’umanità.

La costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II afferma: “La liturgia è ritenuta come l`esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo; in essa, con segni sensibili viene significata, e, in modo proprio a ciascuno, realizzata la santificazione dell’uomo, e viene esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo il culto pubblico integrale”.

La liturgia è dunque la partecipazione dei fedeli alla vita di Dio e per sua natura si realizza nella chiesa, nel popolo dei credenti. Nella sua esperienza concreta il fedele è chiamato in assemblea ad una partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa alla celebrazione, come afferma il Concilio: “Si tratta di esprimere in maniera rinnovata la perenne vitalità della Chiesa in preghiera, avendo premura affinché i fedeli non assistano come estranei e muti spettatori a questo mistero di fede, ma, comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente, attivamente.

La liturgia è uno dei compiti principali della chiesa. Gli Atti degli Apostoli riassumevano così i pilastri della comunità dei credenti: I primi cristiani erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.

Lo spezzare il pane e le preghiere rappresentano appunto la liturgia del popolo dei cristiani.

Date queste importanti premesse vorrei fare alcune osservazioni per noi cristiani. Innanzitutto mettere in evidenza che il protagonista della liturgia non siamo noi, ma Gesù.  Afferma papa Francesco: Senza la presenza reale del mistero di Cristo, non vi è nessuna vitalità liturgica. Come senza battito cardiaco non c’è vita umana, così senza il cuore pulsante di Cristo non esiste azione liturgica. I nostri riti, le nostre preghiere, le nostre parole hanno un senso solo come risposta alla presenza del mistero di Gesù.

In secondo luogo ricordiamoci sempre che la liturgia ha una portata comunitaria, popolare. L’eucarestia non è “per me”, ma per noi, per molti. Tuttavia la mia presenza personale e la mia partecipazione è un tassello che disegna il mosaico della comunità e senza di me c’è un vuoto.

Infine la liturgia non è un’idea da capire, non è una dottrina da comprendere, o un rito da compiere; è naturalmente anche questo. Ma è essenzialmente una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede. La liturgia è la fonte e il culmine della vita dei cristiani. Fonte perché la genera e culmine perché la mantiene in tensione. Fonte perché senza liturgia non nasce vita cristiana e culmine perché senza liturgia la nostra vita cristiana è incompiuta.

Don Roberto

 



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