Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia: F COME FESTA

Se guardo un calendario mi rendo conto che la parola Festa è una delle più ricorrenti. È un tema caro quello della festa perché mette in movimento tanti pensieri, tante emozioni. Feste di ogni tipo, religiose, civili, familiari, in occasione di giornate mondiali a tema, sagre…

Chi ha inventato la festa è sicuramente il Signore quando dopo i giorni della creazione ha pensato di dedicare un giorno al riposo, alla contemplazione, alla gioia.

Da sempre gli uomini organizzano e celebrano la festa o per un avvenimento naturale come per esempio l’avvicendarsi ciclico delle stagioni e degli anni o per un avvenimento storico come anniversari di persone care o di fatti memorabili.

E la festa si fa cercando di osservare dei riti. Il rito è un segno, riconosciuto da tutti, una consuetudine nella quale tutti si riconoscono. I riti della festa hanno la funzione di creare comunione di vita, hanno l’effetto di rompere il ritmo feriale del lavoro e favoriscono esperienze di gratuità e spontaneità.

La festa, ogni festa, è bella perché richiama da un lato la creazione e dall’altro il paradiso, dove saremo sempre in festa.

Gli ingredienti che non possono mancare per un festa sono la distensione, la libertà, il riposo, la fantasia, il gioco, il divertimento, la fraternità, il cibo, la gratitudine…

Nella società attuale pare però che gli uomini facciano fatica a vivere la festa e paradossalmente se aumentano le occasioni per far festa aumenta anche il senso di stanchezza e di tristezza con cui si vivono le feste. La causa, dicono gli esperti, è da ricercare nel fatto che oggi si idolatrano l’avere e l’apparire che caratterizzano la nostra società consumistica per cui si sono deteriorati profondamente i caratteri autentici della festa, che risulta sempre più mercificata.

Oggi rischiamo di essere molto festaioli ma poco festanti e di conseguenza cerchiamo la festa come momento di evasione, di svago e di superficialità. Pensiamo al senso di vuoto e di malinconia che si genera in noi dopo un periodo di vacanza e di feste.

La festa è autentica quando ci ricarica interiormente, quando in essa ritroviamo la forza e la gioia di vivere, quando riusciamo a reperire nuova speranza che ci permette di ributtarci con coraggio nella “lotta feriale”

Per quanto riguarda la festa cristiana essa non può prescindere dalla memoria della storia della salvezza, dagli eventi compiuti da Dio in Cristo per noi. Le radici della festa cristiana affondano nel  mistero pasquale (morte e resurrezione del Signore), evento che celebriamo comunitariamente nel grande Triduo Pasquale e nella Pasqua settimanale che è la domenica. Per cui in tutto l’anno liturgico si prolunga la memoria della fede. Non è pensabile per i cristiani sconnettere il tema della festa dalla liturgia che è la fonte da cui sgorga la speranza ed è il culmine verso cui tende la chiesa.

La festa cristiana è Dio con noi. Ieri, oggi e sempre.

Don Roberto



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