Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’OTTAVO COMANDAMENTO: «Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo»

Questo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri.

Dio non solo vuole la verità, ma è la Verità e la vocazione del popolo di Dio consiste nell’essere testimonianza trasparente della verità. In questo senso essere fedeli a Dio significa ricercare la verità e  impegnarsi a testimoniarla.

Non si tratta perciò solo di “non dire le bugie”, che già sarebbe tanto, ma di non deve accusare ingiustamente nessuno e di deporre sempre la verità.

Ubbidire a questo comandamento implica lasciarsi educare dalla Verità ed essere persone leali, oneste e sincere.

Gesù riprende l’insegnamento dell’Antico Testamento ed insegna che il parlare deve essere “sì, sì, no, no; perché il di più viene dal maligno.

All’insegnamento di Cristo fa eco san Paolo, che di fronte al rischio della doppiezza dell’animo esorta i cristiani ad evitare la menzogna perché in Cristo sono divenuti nuove creature.

Per il catechismo molti sono i peccati che offendono la verità: la falsa testimonianza che è un’affermazione contraria alla verità fatta pubblicamente, soprattutto se davanti a un tribunale; lo spergiuro, cioè la falsa testimonianza fatta sotto giuramento; il giudizio temerario che consiste nell’ammettere come vera, senza sufficiente fondamento, una colpa morale nel prossimo; la maldicenza che consiste nel rivelare i difetti e le mancanze altrui a persone che li ignorano senza un motivo oggettivamente valido; la calunnia che consiste nel nuocere alla reputazione altrui e nel dare occasione a giudizi erronei sul loro conto con affermazioni contrarie alla verità; l’adulazione che consiste nell’incoraggiare o confermare altri nella malizia dei loro atti e nella perversità della loro condotta; la doppiezza del linguaggio, spesso per il desiderio di rendersi utile o per amicizia; l’irrisione che tende ad intaccare l’apprezzamento di qualcuno caricaturando, in maniera malevola, qualche aspetto del suo comportamento; la menzogna che consiste nel dire il falso con l’intenzione di ingannare.

Nell’udienza della scorsa settimana (Mercoledì 14 novembre) Papa Francesco, proprio in riferimento all’ottavo comandamento ha affermato che vivere di comunicazioni non autentiche è grave perché impedisce le relazioni e, quindi impedisce l’amore. Dove c’è bugia non c’è amore, non può esserci amore.

E poi si è soffermato sul tema delle chiacchiere che è un modo elegante di trasgredire a questo comandamento: Quante chiacchiere distruggono la comunione per inopportunità o mancanza di delicatezza! Anzi, le chiacchiere uccidono. Il chiacchierone, la chiacchierona sono gente che uccide: uccide gli altri, perché la lingua uccide come un coltello. State attenti! Un chiacchierone o una chiacchierona è un terrorista, perché con la sua lingua butta la bomba e se ne va tranquillo, ma la cosa che dice quella bomba buttata distrugge la fama altrui. Non dimenticare: chiacchierare è uccidere.

La convivenza umana nella famiglia e nella comunità ha sempre bisogno della reciproca fiducia, che nasce dal sapere che l’altro dice la verità. Lasciamo dunque parlare le nostre opere e operiamo senza tante parole.

Don Roberto

 



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