Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Le virtù cardinali: La prudenza

“Mi raccomando, non correre”, “Fa attenzione e non tornare troppo tardi”, “Attento a non farti male!”.

Occorre sempre molta prudenza. Nella guida dell’auto, ma anche nei divertimenti. Prudenza nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale.
Prudenza nell’investire il proprio denaro, e così nelle spese piccole e grandi.
Prudenza nelle amicizie. Prudenza nel parlare, evitando soprattutto le chiacchiere vane, i giudizi avventati, le mormorazioni, le calunnie. Prudenza nelle scelte.
Apparentemente la prudenza potrebbe essere confusa con la timidezza o con la paura, oppure si confonde con la doppiezza o con la finzione.
Ma nella teologia cattolica, la prudenza è la prima delle quattro virtù cardinali.


La prudenza è la virtù capace di dirigere l’intelletto nelle singole attività in modo da discernere ciò che è giusto e che conduce al fine ultimo dell’uomo.
San Tommaso afferma che la prudenza è la retta norma dell’azione e gli antichi la chiamavano “auriga virtutum – cocchiere delle virtù”: perché dirige le altre virtù indicando loro regola e misura.
È grazie alla virtù della prudenza se noi possiamo applicare i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
La prudenza è la virtù che ci rende capaci di discernimento, che ci aiuta a distinguere, capire, interpretare quello che è secondo lo Spirito di Dio o invece contrario.
Gesù nel Vangelo ci esorta con queste parole: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe».
La Prudenza è quella piccola pausa di riflessione che ci impedisce di essere precipitosi nel parlare, nel giudicare, nel condannare e nel prendere decisioni affrettate.
Una bella preghiera per ottenere la prudenza è il salmo 118: Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi precetti. Conservo nel cuore le tue parole per
non offenderti con il peccato. Benedetto sei tu, Signore; mostrami il tuo volere.
Con le mie labbra ho enumerato tutti i giudizi della tua bocca. Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia più che in ogni altro bene. Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie. Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua parola.
A rappresentare splendidamente la prudenza è la statua del Battistero di Bergamo in città alta. È una persona con quattro volti: il prudente è colui che sa guardare attorno a sé, in ogni direzione. Con la mano destra inoltre ha in mano uno specchio rivolto verso l’alto. Non solo dunque a destra, a sinistra, davanti e dietro, ma con lo specchio anche in alto, verso il cielo da cui attendere la luce per il discernimento.
Il prudente ha i piedi ben piantati sulla terra, ma non distoglie mai lo sguardo dal cielo, sorgente della luce. Infine la persona raffigurata dalla statua con la mano sinistra sorregge il Libro della Parola, la Rivelazione che come una bussola orienta e indica la direzione del cammino.
Il cristiano prudente, secondo questa statua meravigliosa, è colui che è capace di discernimento perché scruta in ogni direzione e rivolge lo sguardo, di riflesso, verso l’alto.

Don Roberto



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