Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Chi vuol esser lieto, svegli l’aurora

“Buon anno!” ci diciamo stringendo mille mani e abbracciando molti amici e compagni di viaggio. Buon anno come auspicio di tanta felicità.

Il capodanno è uno dei momenti più belli perché è il simbolo di una collettiva volontà di amore, di dialogo, di fraternità, di impegno comune nel costruire la pace nella giustizia.

Ma è anche un momento gravido di paure per un avvenire che ci inquieta.

Diciamo «auguri», ma ci trema la voce, perché siamo appesantiti da un mondo pieno di barbarie e siamo circondati da tanto scoraggiamento.

Diciamo «auguri» ma siamo un po’ tutti rassegnati al “tanto non cambia niente”.

Eppure di fronte ad un anno che nasce, nuovo di zecca, a noi credenti è severamente proibito essere pessimisti.

Lorenzo il Magnifico, tra i suoi componimenti goliardici, scrisse la famosa canzone di cui famoso è il verso: “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

C’è una forza gioiosa in questa canzone, ma è c’è anche un velo di malinconia, un velo steso dall’incertezza del domani e dal fuggire del tempo.

La vita è bella, sembra dire il Magnifico, ma è anche effimera, passa subito e non potendo conoscere il futuro tanto vale cercare di godere i pochi momenti lieti che possiamo cogliere.

Qualche anno girava uno spettacolo ironicamente intitolato «Chi vuol esser lieto sia, di doman c’è gran paura».

Il discepolo di Gesù, di fronte all’ineluttabilità del male, continua a sperare, perché ha fiducia che il domani sarà senz’altro buono, sarà portatore di molte occasioni di crescita.

Il discepolo di Gesù prega con il salmo 56: “Io voglio svegliare l’aurora. Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni: grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà”.

Cosa significa svegliare l’aurora? Se è vero che l’aurora per fortuna sorge senza nessun nostro aiuto, è altrettanto vero che essa sorge per me in modo significativo solo se io la desidero, la cerco e in qualche modo l’anticipo con la mia attesa.

Si, possiamo sperare in un buon futuro perché il Signore è fedele per sempre.

In questo momento magico, mentre un anno si chiude e si apre quello nuovo, scorrono davanti ai nostri occhi, come immagini fugaci i momenti più belli, importanti e sofferti di un anno. Ma soprattutto rinasce il desiderio di una vita diversa: di essere più buoni, di crescere.

Questo è l’augurio che con molta gioia ci scambiamo da cristiani; svegliamo l’aurora!

Non dunque ricercatori maniacali di piccole gioie effimere; non rassegnati ad un male che pare sempre annientarci; non malinconici per l’incertezza del domani, ma serenamente fiduciosi nella paterna Provvidenza del Padre che ci porta sul petto e che ci accompagna dolcemente nel tempo che passa.

E ricordiamoci che come dice Papa Francesco: non sono le rughe a rendere brutta la nostra vita, ma le macchie. Chi vuol essere lieto, svegli l’aurora!

“Buon anno!”

Don Roberto



in Storie di fede e Riflessioni