Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Tsunami francescano travolge Dalmine

Missioni parrocchiali 13-28 febbraio 2016
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Il meteo ormai si sa ci azzecca quasi sempre, così quando vediamo sul giornale o sul telefonino l’immagine di una nuvoletta grigia trafitta da un fulmine sulla nostra città, mettiamo subito l’ombrello in borsa per non tornare a casa inzuppati come un savoiardo nel caffè. Tuttavia capita ancora che un evento, capace di travolgere un’intera cittadina, possa sfuggire alle previsioni.
E’ successo a Dalmine dove, in barba al bollettino meteo, un’ondata di letizia francescana ha travolto condomini e villette, negozi e chiese lasciando tutti, o quasi, irrimediabilmente segnati dal suo passaggio.
Dopo quasi un anno di preparativi, e l’impegno costante delle sette parrocchie di Dalmine sotto l’ormai collaudata guida di Fra Attilio e dell’equipe “Annuncio della Parola”, il 13 febbraio scorso ha preso il via una delle più grandi missioni parrocchiali mai realizzate in Lombardia: più di cinquanta religiosi tra frati cappuccini e suore, sono arrivati un po’ da tutta Italia per visitare famiglie, scuole, attività commerciali e animare gruppi di ascolto e oratori. Un vero e proprio concentrato di vitamine per lo spirito e l’umore della comunità cristiana locale che è stata al centro, appunto, di svariate proposte pastorali tutte rivolte ad annunciare l’amore di Cristo per ciascuno.
L’invito “Resta con noi” (Lc 24,29) rivolto al Signore dai discepoli di Emmaus è lo slogan, se così si può dire, scelto per la missione con lo scopo di affermare a gran voce che anche oggi Gesù si affianca a chi è in cammino su questa terra, facendo irruzione nel quotidiano, per dissipare dubbi, scaldare cuori e rinnovare la meraviglia della sua presenza.
E’ con questo spirito che i missionari hanno suonato circa 9.000 campanelli durante le visite alle famiglie. Diverse porte sono rimaste chiuse, alcune si sono schiuse il minimo indispensabile per far passare un saluto o un volantino ma un numero considerevole sono state aperte, anzi spalancate, per accogliere i frati e le suore che portavano in dono la benedizione del Signore. Nell’intimità della propria casa, in molti hanno trovato il coraggio di aprirsi al dialogo per raccontare le fatiche e le gioie quotidiane, i sogni e le paure in relazione al futuro, la temperatura della loro relazione con Gesù e con la propria comunità parrocchiale. In generale le persone più vitali si sono dimostrate quelle che, con poco o niente, nonostante le prove, sono riuscite a mantenere un cuore credente: Cristo per loro è restato sorgente di vita e speranza. Più desolante invece la situazione di chi, credendo solo nelle proprie forze, ha sperimentato ben presto che esse non bastano, maturando una tristezza individualistica difficile da combattere. Entusiasta invece l’accoglienza dei cattolici attivi nelle sette parrocchie, in attesa di questo incontro -tanto quanto i loro parroci-, con il vivo desiderio di dare nuovo slancio alla comunità, di coinvolgere chi prende parte alle funzioni ma resta chiuso in se stesso o chi, battezzato, ha smesso di camminare con gli altri. E i dati sono allarmanti, poiché se quasi tutti ricevono il battesimo, solo il 20% decide nel tempo di partecipare alla vita della comunità. Questa è una situazione seria, da fronteggiare con risolutezza poiché ”Quando la vita
interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene.” (Evangelii Gaudium 2)
Questa missione crediamo sia stata la testimonianza di una Chiesa che non è un’istituzione da museo -come molti media vorrebbero farci credere-, tutt’altro. La letizia di cinquanta religiosi per le vie della città, nonostante la pioggia o la stanchezza, e il fermento dei parroci e dei loro assistenti a supporto dell’iniziativa, mostrano concretamente che la Chiesa è prima di tutto una famiglia di fratelli e sorelle innamorati di Cristo, che desiderano annunciarlo oggi come ieri per condividere la meraviglia di un incontro che cambia la vita. Al Signore chiediamo la grazia di far ardere i cuori toccati dal suo passaggio, come per i discepoli di Emmaus, affinché senza indugio altri fratelli possano presto dire “Davvero il Signore è risorto” (LC 24,34). E se gli effetti di una missione non si valutano in termini statistici bensì in sorrisi, allora non ci stupiremmo di trovare sulla città di Dalmine nel prossimo bollettino meteo, l’immagine della nuvoletta scalzata da un ridente fratello sole.
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