Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Ricordi di un amico: Sandro Ferretti

Una vita di testimonianza Cristiana, in Famiglia, sul Lavoro, nella Società.

 

Per me era un amico, un vero amico. Avevo circa trent’anni quando l’ho conosciuto ed ero quasi coetaneo dei suoi quattro figli. Ci siamo conosciuti nella chiesa della parrocchia nel ’56 quando venni trasferito dalla Sede di Milano allo stabilimento della “Dalmine S.p.A.”, per motivi di lavoro.  Sono stato ospite per più di sei mesi della Pensione privata, di proprietà dell’Azienda.

 

Come mia abitudine, la mattina andavo in chiesa e là lo trovavo prima della funzione. Sedeva nei primi banchi, davanti all’altare, a destra, e pregava da solo in silenzio. La preghiera era la sua forza. Era di poche parole, come tutti i bergamaschi, anzi i bresciani, perché la sua famiglia proveniva dalla provincia gemella; era nato e cresciuto là fino a quando suo padre, che aveva una impresa edile di servizio all’industria siderurgica, si trasferì a Dalmine perché aveva ottenuto un contratto con l’Azienda del luogo.  Sandro e suo fratello Francesco così vennero a Dalmine perché lavoravano con il papà nella stessa impresa.

Nel periodo che trascorsi nella Pensione Privata, nel tempo libero, mi sono avvicinato all’Azione Cattolica locale. Sandro ne era il Presidente e tramite lui feci amicizia con un altro aderente, G.B. Zanetti, agronomo per i terreni agricoli della Società e anche lui ospite fisso della Pensione perché scapolo impenitente.

Nel tempo conobbi anche altri soci come Marco Panzeri, Sandro Pirola, Sandro Ferrari, Pierino Gamba, Tomaso Ghisetti, Piero Frigeni, ecc.

foto sandro

Per parlare di Sandro Ferretti occorrerebbe un libro. Ricordo alcuni fatti per far conoscere il suo carattere a chi non lo ha conosciuto perché troppo giovane o perché non era qui residente. Sandro era molto religioso, era uomo di fede e pronto ad aderire ad ogni iniziativa fondata sulla testimonianza di credente.

 

Quando venni trasferito a Dalmine, io e gli altri amici della sede, aderenti alla Conferenza Aziendale della San Vincenzo, con l’Opera Pellegrinaggi Paolini,  organizzammo, con il beneplacito della Azienda, il primo pellegrinaggio a Lourdes per i dipendenti e loro famigliari.

A questo pellegrinaggio Sandro partecipò con sua moglie Maria, detta Mary.

Io partecipai portando mia madre che era rimasta a Milano e così consolidammo l’amicizia.

 

Nell’autunno del 1956 la Società mi dette la casa al quartiere Garbagni (detto Baggina) ed io mi trasferii definitivamente in via Trieste, 7 con mia madre. A questo punto divenni cittadino di Dalmine a tutti gli effetti e parrocchiano di San Giuseppe.  I rapporti con Sandro Ferretti e la sua famiglia divennero più stabili, in particolare durante la frequenza delle funzioni religiose e la partecipazione alle associazioni ecclesiali.

I rapporti sono sempre stati cordiali e di reciproco rispetto, ci siamo sempre dati del Lei anche se la confidenza e la stima a poco a poco erano cresciute e l’amicizia divenuta sempre più stretta.

 

Sandro Ferretti, da sempre, è stato vicino al Parroco e alla Parrocchia, divenendo prezioso collaboratore fin dal primo Parroco, don Rocchi, della cui sorella divenne un fidato amico quando il fratello mancò, ospitandola, fino alla sua morte, nella propria famiglia anche se viveva in un suo appartamento separato.

Come responsabile della sua azienda, Ferretti aveva un rapporto rispettoso ma cordiale verso i propri dipendenti, operai e impiegati, che erano molto affezionati a lui e alla sua famiglia. Ricordo di averlo incontrato spesso nello stabilimento di Dalmine, dove lavoravano i suoi operai a interventi manutentivi, specialmente ai forni di fusione in Acciaieria. In paese e in stabilimento, Sandro si spostava con una bicicletta speciale perché provvista di un solo pedale in quanto, in gioventù, aveva subito un intervento chirurgico che aveva reso rigido un ginocchio. La sua principale cura era però rivolta alla propria famiglia, che veniva prima di ogni cosa. Ad essa dedicava ogni ora libera del giorno e quando andava in vacanza si muoveva con tutti i suoi fino a quando, i figli crescendo, non se ne sono fatta una propria. Anche dopo però i figli sono sempre rimasti molto legati ai genitori che vivevano prima nella casa di via Vittorio Veneto angolo via Bosco Frati e, dopo, nell’attico di via Cinquantenario.

foto gruppo

 

L’Impresa Ferretti ha operato non solo nello stabilimento di Dalmine ma anche nel tessuto urbano della città costruendo abitazioni civili, chiese (Dalmine centro e Sabbio), Oratori, ecc. in tutto il periodo che va dalla fine della guerra ad oggi contribuendo allo sviluppo di questo centro, il più importante dopo Treviglio, della pianura bergamasca.

 

Ritornare a parlare di Sandro come uomo si può dire che era molto sensibile ai fatti che richiamassero in campo la sua fede ed era sempre pronto a sostenere le manifestazioni di testimonianza privata o pubblica così da aderire a molte associazioni parrocchiali, cittadine o diocesane.

 

Nei rapporti con amici o colleghi è stato sempre di una discrezione assoluta, non accettava e non ricercava dicerie e confidenze che riguardassero il comportamento del prossimo tanto meno se riguardavano consacrati o sacerdoti.

Si ricordava dei compleanni e anche per le ricorrenze delle festività faceva pervenire con stile ed eleganza i suoi auguri.

In paese era conosciuto e stimato da tutti e a quello che so non aveva nemici né persone che parlassero male di lui. Quando per qualche motivo era assente dalle funzioni in chiesa tutti chiedevano notizie di lui.

casa selvino

Spesso, in estate, invitava dei soci di A.C. a passare alcune ore insieme nella sua villetta di Selvino, dove trascorreva le vacanze. Gli piaceva stare insieme alla gente e conversare con tutti.

Diverse volte Sandro è stato a casa nostra quando si festeggiavano i compleanni dei miei figli. Lui stava bene con noi e noi con lui.

 

L’appartenenza all’Azione Cattolica non era la sola attività sociale di Ferretti. Come imprenditore era iscritto alla UCID (unione degli imprenditori Cattolici) e partecipava assiduamente alla vita di questa associazione.

Una volta venni invitato da lui a riferire ad una loro assemblea del mio viaggio in Terra Santa del quale avevo scritto una relazione che lui stesso aveva battuto a macchina.

 

Nel 1959, d’accordo con il parroco don Sandro Bolis, costituimmo la San Vincenzo parrocchiale. Sandro Ferretti fu uno dei primi ad aderire, partecipando sempre assiduamente con la sua tradizionale modestia e discrezione.

Anche al gruppo di preghiera di Padre Pio fondato nello stesso anno con la figlia spirituale Marisa Calvi aderì con entusiasmo e fu fedele partecipante fino alla morte. E così ha aderito da sempre all’Apostolato della Preghiera, Associazione molto presente nelle parrocchie della diocesi, e fu sempre presente agli incontri del primo venerdì del mese.

 

Sandro è stato un padre per me, poichè avevo perso il mio in tenera età, ed è stato un amico vero e prezioso, ma soprattutto è stato un esempio di fede e di fiducia nella Divina Provvidenza in cui credeva ciecamente e con determinazione.

 

Ho scoperto quanto era radicata la riconoscenza verso di lui quando, in occasione della sua morte, sono andato nella sala mortuaria in clinica Gavazzeni ed ho incontrato uno dei suoi figli: mi sono messo a piangere come un bambino, cosa che non ho fatto quando pochi anni prima era morta mia madre.

 

Sandro aveva un carattere forte e reagiva alle avversità da vero uomo. Ricordo quando gli venne a mancare la moglie. Sono andato a trovarlo a casa e lui mi ricevette dove era esposta sua moglie con la quale ha vissuto tanti anni; non una parola né una lacrima: mi guardò in silenzio e con la mano mi indicò lei, ci capimmo e ci abbracciammo.

Di temperamento buono e semplice, Sandro non eccedeva mai in niente era sempre sorridente e salutava tutti per primo. Sapeva farsi voler bene, era di una modestia infinita, la sua era vera umiltà.

Grazie sig. Sandro, adesso posso darti del tu. Dal Paradiso dove sicuramente sei stato subito accolto dalla tua cara Mary, ricordati di me e di noi tutti che ti abbiamo voluto bene, stimato ogni giorno di più e che abbiamo ammirato le tue virtù.

Leandro Carboncini

Dalmine 1° Luglio 2013



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