Natale è una festa del tutto particolare, è come l’alta marea, che porta con sé persone di ogni genere, più o meno credenti, più o meno vicine, più o meno convinte. Un’alta marea che è da considerare una grazia, da accogliere con riconoscenza. Ecco perché è importante che ognuno di noi si senta a suo agio, a casa sua. Con il suo carico di gioie e di dolori, di dubbi e di speranze, di attese e di nostalgia.
Perché andiamo a Messa a Natale? Ognuno è portato da qualcosa: qualcuno è spinto dalla tradizione, probabilmente, da una realtà che ha lasciato un segno nella sua esistenza e che in qualche frangente fa sentire più forte la sua voce. Ricordi d’infanzia, esperienze familiari, riti e gesti scolpiti nella memoria: tutto si mescola insieme e rappresenta un richiamo distinto e chiaro. Qualcuno è spinto dal bisogno di trovare un momento di pace, di sentire una parola che raggiunge il cuore, di ricevere un sostegno, una consolazione, una speranza. Qualcuno è spinto dal desiderio di incontrare Qualcuno (con la Q maiuscola) che dia un senso nuovo ai dolori e agli affanni di tutti i giorni, al nostro patire e al nostro lottare, al nostro impegno e alla nostra ricerca. Per qualunque motivo andiamo a Messa a Natale, qui troviamo Qualcuno che ci accoglie, così come siamo, per mettere nelle nostre mani i suoi doni.
Il Natale non è un giorno. Il Natale è uno stile: non basta chinarsi commossi sulla mangiatoia del Bambino, occorre cercare di capire chi è questo Bambino, per poter aderire a ciò che Lui insegnerà. Ancora un Natale dunque. Un altro Natale è possibile: ci può essere ancora un buon Natale.
Don Roberto
Pubblicato il 22 Dicembre 2013
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