Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

La Chiesetta di San Giorgio

Chiesa di S. GiorgioNon è dato sapere esattamente quando fu costruita e da chi ma risulta esistente già nell’anno 1155, essendo citata nella Bolla di Adriano IV Papa volta al parroco di Pontirolo, del cui vicariato Dalmine faceva parte. Nell’altare c’è la pietra sacra; dietro l’altare c’è un quadro dipinto con immagini di Santi; nel presbiterio c’è una finestra verso mezzogiorno chiusa con spranghe di ferro e tela.

Nella parete meridionale c’è un’altra finestra e appoggiato alla parete un campaniletto con una campana. Ai fianchi dell’altare, chiuso da balaustre, c’è una panchetta per sedere; all’altare si accede per mezzo di due gradini di legno. Le pareti sono dipinte con figure (ciò dimostrerebbe che gli affreschi attualmente visibili sono stati strappati dalle pareti della stessa Chiesa). Alcuni degli affreschi vanno attribuiti a Maffiolo da Cassano di Gandino.
La scritta sotto la Madonna, ora quasi illeggibile, fu letta e trascritta da E. Fornoni: ”Mazzola de Simon del Bufon de la Gromela firmo Vecio de Sforzadega Tonol de Tresolzio Luis … fe dipinge la Madona – S. Antonio e S. Rocco”. Il nome di questo pittore, seguito dalla data 1477, si legge sopra una figura di S. Bernardino, nella antica Parrocchiale di Mornico al Serio.

 

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Altri due affreschi ora strappati e incorniciati, al confronto con quelli del Maffiolo risultano con evidenza di un’altra scuola, sia per raffinatezza che per cultura pittorica superiore. Purtroppo a tutt’oggi, nonostante ricerche fatte, l’autore resta nell’oblio. Vi è inoltre un affresco nel quale è riportata una scritta interessante: “DE CHALVSCHO ABITATOR IN DALMEN”, forse l’unico affresco ove compare il nome di Dalmine nel secolo XV.

Verso il 1650 gli abitanti di Dalmine, spronati dai Canonici, sono al lavoro non per riparare la Chiesa, ma per ampliarla, secondo un progetto approvato dal Card. Monti: vengono modificate le dimensioni della navata, mentre la sacrestia e il portichetto, ora scomparso, furono aggiunti più tardi sul fianco sud. La pala dell’altare è stata dipinta da Franciscus Musita nel 1663, un pittore “minore” del XVII secolo; al centro la Madonna con Gesù deposto, a sinistra S. Giorgio che uccide il drago, a destra S. Rocco, alle sue spalle Santa Caterina d’Alessandria.

Probabilmente dietro la pala vi era un affresco o parte di esso: risulta dagli atti della visita di Federico Borromeo del 12 Giugno 1614.

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